Gli scivoloni borsistici degli ultimi giorni hanno creato tante ghiotte occasioni per chi ha molti soldi da far fruttare.
Che si prepari una nuova colonizzazione economica che caratterizzerà gli anni futuri?
I libici puntano anche al 2% dell'Eni
"La quota di capitale Eni di cui sono in possesso i fondi sovrani libici, che in questo momento si aggira sullo 0,7%, dovrebbe essere aumentata nei prossimi giorni fino a sfiorare il 2%, la soglia che fa scattare l'obbligo della comunicazione alla Consob. A questo livello di partecipazione, osserva una fonte, in base allo statuto dell'Eni, un'azionista ha il diritto di sottoporre al voto dell'assemblea una lista di amministratori."
UniCredit: giovedì i libici incontrano i soci italiani
"I banchieri del colonnello Gheddafi che hanno pilotato l'ingresso di Banca centrale libica, Lybian Investment Authority e Lybian Foreign Bank in UniCredit sono attesi a Milano giovedì [...] La richiesta di un posto in consiglio sarà uno dei temi in discussione durante la cena [...] i libici vorrebbero che nel Cda dell'istituto di credito fosse cooptato nel ruolo di vicepresidente il governatore della loro banca centrale."
Fondi sovrani, Frattini strappa una promessa agli emiri
"Il fondo sovrano di Abu Dhabi, Adia (Abu Dhabi Investment Authority), è pronto a investire sull'economia italiana. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha incontrato oggi nella capitale degli Emirati i vertici del maggiore fondo sovrano del mondo, dai quali ha avuto la rassicurazione che l'Italia è entrata (da poco) nella sfera di interesse dell'organismo statale del paese del Golfo dove confluisce buona parte del surplus petrolifero destinato ad essere investito nel mondo (ad oggi può contare su un patrimonio di quasi 900 miliardi di dollari).
[...]
Frattini ha annunciato che a breve una delegazione di Adia verrà in Italia per incontrare il Comitato strategico per l'interesse nazionale in economia, la task force di 12 esperti costituita da pochi giorni dai ministeri degli Esteri e dell'Economia per attrarre gli investimenti di Paesi amici (non si può dire altrettanto di Singapore, con il fondo Temasek, e Cina) e cercare per quanto possibile di tenere alla larga quelli sgraditi, specie in settori sensibili, come l'energia, la difesa e le telecomunicazioni."
Sembra tanto un inizio di colonizzazione economica, il mercato sta cambiando baricentro e il governo non ha la forza economica per reagire, così prova a scegliere gli amici, come sei in economia ce ne fossero, e Frattini strappa una promessa:
"In ogni caso saranno privilegiati e favoriti quei fondi sovrani che assicurano condizioni di trasparenza e che vogliono entrare con quote di minoranza, come ha assicurato Adia, che - come si diceva - ad oggi in Italia ha solo il 2 per cento di Mediaset, e non intende salire mai sopra la soglia del 5 per cento, come ha fatto in Citicorp."
Frattini "Non possiamo impedirvi più di tanto di entrare in tutte le nostre aziende strategiche, ma per favore compratele solo poco-poco, vi prego!"
Sceicco: "Certo, Franco, stai tranquillo! Parola di speculatore!"
lunedì 20 ottobre 2008
Stanno Arrivando... o sono già arrivati?
lunedì 15 settembre 2008
Il miracolo dei mutui rinegoziati
Tremonti, il genio della finanza creativa, ne ha elaborata un’altra delle sue risolvendo il problema dei mutui che soffocano le famiglie e creando milioni di euro per le banche.
Applausi.
Si sta parlando ovviamente della possibilità di rinegoziare i mutui a tasso variabile, trasformandoli in tasso fisso in modo da mettersi in salvo dalla congiuntura economica negativa.
Il tasso fisso sarebbe determinato da una media dei tassi del 2006: un miracolo! La rata torna indietro di 2 anni.
Peccato che nessuno regala niente, tanto meno le banche, quindi la differenza tra la nuova rata fissa e quello che si sarebbe dovuto pagare con il vecchio mutuo viene poggiata su un conto accessorio che andrà di mese in mese aumentando o diminuendo di valore a seconda dell’andamento dei tassi di interesse.
Ovviamente anche all’importo depositato su questo conto viene applicato un tasso di interesse: mica si lavora gratis!
A fine mutuo ci si troverà a dover rimborsare anche questa differenza, con rate costanti di importo pari alla rata fissa determinata.
Facciamo un esempio reale preso dalla lettera informativa speditami dalla banca e ipotizziamo che i tassi rimangano come sono oggi, solo per rendere esemplificativo il calcolo.
Importo originario del mutuo: 132000
Finanziato in 30 anni a tasso variabile. Rate residue 326.
Tasso iniziale (novembre 2005): 3,10 %
Tasso attuale: 6,050%
Rata attuale: 773,4
Tasso medio del 2006: 3,825%
Rata fissa secondo la convenzione ABI-MEF: 616,94
Differenza tra rata originaria e rata fissa: 156,45
Vuol dire che se accettassi la proposta di Tremonti, ogni mese verrebbero messi a debito sul mio conto accessorio 156,45 euro.
Tasso del conto accessorio: IRS + 0,50%
Ad oggi 5,50%
Diciamo che accetto la proposta del ministro creativo.
326 (rate residue) x 616,94 (rata fissa) = 201122,44 (capitale + interessi pagati)
Mi troverei tra 27 anni ad aver pagato solo 69122 euro di interessi su 132000 di finanziato. Un bel vantaggio rispetto al mio destino con la rata variabile.
Peccato che il mio conto accessorio nel frattempo si è gonfiato a dismisura.
156,45 (differenza mensile tra le rate) x 12 = 1877,52
Ai 1877 euro differenza che ogni anno andrebbero ascritti a debito del conto accessorio, vanno applicati gli interessi del 5,50%.
La cosa geniale è che questi interessi vengono applicati a degli importi derivanti già da altri interessi applicati al finanziamento.
Al termine del pagamento del mutuo mi troverei debitore di ancora 112049,26 euro.
Poco meno di quello che avevo finanziato 27 anni prima!
La banca calcola che questo importo dovrà essere pagato in 391 rate (32 anni), secondo un piano d’ammortamento al tasso di interesse più vantaggioso tra quello del conto accessorio o un tasso fisso contrattualmente stabilito.
Questo vuol dire che mi ritroverei indebitato per altri 32 anni e che probabilmente sarebbero i miei figli a finire di pagare il mutuo per la mia prima casa!
Inoltre:
391 (rate previste) x 616,94 (importo della rata) = 241223,54
che se lo andiamo a sommare a quanto già pagato
201122,44 (capitale + interessi del mutuo) + 241223,54 (capitale + interessi del conto accessori) = 442345,98
Per finanziare 132000 euro tra 60 anni la banca avrà indietro quasi mezzo milione di euro!
Direi che è un gran colpo di un grande genio!
giovedì 28 agosto 2008
Revisionismo Siciliano
Sarà dovuto solo all'ignoranza e povertà morale delle amministrazioni?
A Capo d'Orlando il sindaco decide di cambiare il nome alla vecchia piazza Giuseppe Garibaldi perché scopre che costui era solo “un feroce assassino al servizio di massoneria e servizi inglesi“, e dopo aver abbattuto personalmente a martellate la vecchia targa commemorativa, la sostituisce con quelle ben più significativa in evocazione al 4 Luglio, in ricordo di una oscura battaglia del 1299 nel mare orlandino.
Il sindaco si è già reso protagonista di tante iniziative per promuovere la propria città, mettendo al servizio dei cittadini la propria immensa cultura, come per esempio avviare ricerche anagrafiche sull'origine orlandina dell'attrice australiana Megan Gale, oppure intitolare il nuovo lungomare a Ligabue (il cantante si intende!).
E ora Comiso, dove l'aeroporto dedicato a Pio la Torre, parlamentare del Partito Comunista ucciso dalla mafia nel 1982, viene rinominato in "Vincenzo Magliocco", generale dell'aeronautica Vincenzo Magliocco, caduto durante la guerra fascista di Etiopia nel 1936.
Il neo sindaco di Alleanza Nazionale Giuseppe Alfano si giustifica: "riteniamo più giusto conservare una denominazione che fa parte da più di mezzo secolo della memoria collettiva della città".
Memoria collettiva fascista che cancella la memoria nazionale anti-mafia.
In Sicilia.
Cosa sta succedendo?
venerdì 22 agosto 2008
Un'estate serena con la regione Lombardia
di Mrs B.
In comune mi sono imbattuta in un piccolo opuscolo informativo promulgato dalla Regione Lombardia. Il titolo fa subito pensare ad una serie d’informazioni riassuntive sul cosa fare in caso d’afa e malori. La prima impressione è confermata aprendolo e se ne possono trarre delle curiose e alquanto interessanti conclusioni che, sono certa, non saranno sfuggite all’attento esame di chi ha avuto il compito di approvarlo e farlo diffondere.
Nella breve introduzione si avverte il lettore che trattasi di “… uno strumento utile a combattere il caldo estivo. Una serie di consigli pratici per affrontare questa emergenza e i rischi che ne derivano…” poi si specificano le categorie a rischio e più in basso si tiene a sottolineare che il caldo è un pericolo “quando la temperatura esterna supera i 32-35 gradi”. Percui se siete in casa e il vostro termometro ne segna quaranta di gradi non dovete preoccuparvi.
Le informazioni che seguono sono suddivise per possibili disturbi causati dalla calura, ognuno dei quali è scrupolosamente seguito da una serie di “Cosa fare” e “Cosa non fare”. Scorro con attenzione i sintomi di un edema da calore, segue un titolo verde “Cosa fare” con relative istruzioni e a piè pagina leggo, bellamente scritti in rosso titolo ed elenco delle azioni sconsigliate, “Cosa NON fare: NON bere alcolici”. Ora, vero è che trattasi di un elenco, ma il susseguirsi di due negazioni produce notoriamente un’affermazione, sicché deduco che chi scrive invita i lettori a proteggersi dagli edemi da calore ingurgitando una quantità a piacimento di alcolici vari.
Anche il colpo di sole è un pericoloso nemico, percui si chiede ai soccorritori di domandare assistenza medica. Si suggerisce poi di somministrare “acqua fresca, anche con aggiunta di sali minerali” e questo nell’ovvio caso in cui essi abbiano a portata di mano solo l’acqua deionizzata per la stiratura o l’acqua piovana raccolta per il loro bonsai. Segue ancora l’elenco dei “Cosa NON fare” e dei suoi NON “… NON somministrare alcuna bevanda se c’è perdita di coscienza”. Da quest’ultima affermazione traggo che non bisogna evitare di bere sia mentre si è incoscienti sia dopo.
Per il colpo di calore si suggerisce ugualmente di chiedere assistenza medica e s’invita il soccorritore a “Portare la persona in un posto fresco e ventilato con le gambe sollevate rispetto al corpo (se pallido) o in posizione semiseduta (se rosso in viso)” da cui desumo ch’egli, dopo aver attentamente esaminato allo specchio il proprio viso, potrà scegliere: se pallido condurrà la persona al fresco stando con le gambe sollevate rispetto al corpo e se rosso lo farà restando semiseduto, oppure se pallido porterà la vittima al fresco tenendola con le gambe sollevate rispetto al corpo e se rosso la trasporterà semiseduta. Inoltre, per la vostra salute, chicchessia vi dovrà “Liberare […] dagli indumenti”.
Dopo i crampi muscolari e il collasso da calore seguono una serie di suggerimenti per la dieta stagionale, le “10 regole d’oro per affrontare il caldo estivo” e due numeri verdi per le emergenze.
Noi si ringrazia la Regione Lombardia per la sua cura della salute pubblica.
mercoledì 30 luglio 2008
Italia fuori dal mercato dei satelliti
A sottolineare il declino italiano ecco una notizia di oggi riportata da Repubblica.it: l'Italia esce dal mercato ricco e promettente dei satelliti commerciali, tra gli uomini autori della disfatta troviamo un volto familiare.
Si parla di satelliti "che sono in grado di trasferire miliardi i segnali televisivi e che si stanno attrezzando anche per trasmettere dati Internet", quindi è facile capire l'importanza del settore rispetto a, che so, il satellitare terrestre. "Un mercato che cresce in modo esponenziale, che già presenta un giro d'affari di 8,5 miliardi di dollari e che interessa 75 milioni di consumatori.
[...]al satellite non ha rinunciato nessuno, anche i paesi minori. Motivi strategici o altro. Così la società turca, Turksat, ha due satelliti geostazionari in orbita, la Spagna ha la sua Hispasat con sei satelliti, la Svezia, la Norvegia, l'Olanda e l'Egitto non sono da meno. Senza contare arabi, cinesi e brasiliani. Tutti hanno il proprio satellite."
Scorrendo l'articolo si portano alla memoria giorni in cui l'Italia era uno dei punti di eccellenza dell'Europa, non in tempi troppo remoti: "Un po' come accade per il Moplen di Giulio Natta, gli esordi del nucleare e i prototipi dei computer, anche con il satellite fummo i primi in Europa: era il 1964 e il gruppo creato all'Università di Roma da Luigi Broglio sparò nello spazio il San Marco 1, prima c'erano riusciti solo russi e americani."
Ma questo business per qualcuno forse non appariva strategico, e così si scopre che "quando la Stet fu trasformata in Telecom e passò nelle mani di Tronchetti Provera la storia dei satelliti italiani arrivò al capolinea: nel 2001 il 20,4 per cento di Eutelsat - attualmente di proprietà franco-iberica - fu venduto alla Lehman Brother. Ed oggi nessun capitale italiano sta nel business di "quota 36 mila" ".
Applausi per M.T.P.
giovedì 10 luglio 2008
Agenzia delle Entrate ottimizzata!
Pare che i dirigenti dell'Agenzia delle Entrate siano assai più intelligenti di quelli delle Poste (vedi precedente post).
Se doveste recarvi in un ufficio dell'AdE, l’impresa potrebbe essere assai più semplice del pagamento di un bollettino postale: dal sito (www.agenziaentrate.it) è possibile prenotare un appuntamento in modo facile e veloce, scegliendo il motivo della "visita", l'agenzia territoriale e l'orario che si preferisce.
Al termine della procedura viene inviata una mail di conferma con i dettagli della prenotazione e i vari codici di riferimento.
È questo il modo per evitare estenuanti ingorghi agli uffici: vanno incentivati gli strumenti di dislocazione, l'esempio non è molto distante, imparate dirigenti!
mercoledì 9 luglio 2008
Postepay non ci sei!
Le poste italiane hanno creato ormai da tempo un metodo di pagamento molto comodo, utilizzato con piacere soprattutto dai giovani: PostePay, una carta di pagamento ricaricabile.
Ma proviamo a fare un versamento su una PostePay altrui: se non si ha un conto Banco Posta ci si può recare in un qualsiasi ufficio postale, compilare l’apposito modulo e pagare IN CONTANTI.
In questo caso si paga 1 euro di commissione.
C'è l'alternativa dell'utilizzo del PostaMat, in questo caso la commissione è di 3 euro (!!) e, per qualche misterioso motivo, si possono usare solo carte abilitate al circuito internazionale.
Ora immaginate che genere di menti popolino la classe dirigente delle nostre poste: invece di incentivare i pagamenti on line o attraverso terminali bancomat e PostaMat e svuotare così gli uffici postali, che fanno?
Rendono impossibili le operazioni on line o le gravano di commissioni stratosferiche rispetto a quelle agli sportelli.
Lo stesso discorso avviene per i bollettini postali: se si vuole pagare una bolletta on line con carta di credito e non si è titolari di un conto Banco Posta o di una PostePay, si dovrà spendere in commissioni fino al 2% dell'importo!
Un'ultima notazione: al termine dell'operazione di accredito il PostaMat rilascia uno scontrino in cui c'è specificato il numero di terminale, dell'operazione, della carta di credito utilizzata (parzialmente criptato) e l'importo: peccato che manchi il numero di carta PostePay ricaricato!
Personalmente dico che come servizio lascia fortemente a desiderare!
mercoledì 2 aprile 2008
La storiella di Mastella
Il Ministro, forte del suo potere, ottiene il trasferimento di De Magistris con la scusa di PRESUNTE irregolarità nella conduzione delle sue inchieste, il fascicolo va in mano ad un giudice a caso e la posizione del ministro Clemente viene archiviata.
Ma purtroppo tutta questa vicenda aveva danneggiato l'immagine del nostro e lo aveva costretto al ritiro dalla politica, così dopo questa notizia egli pensò bene di annunciare che avrebbe chiesto anche un congruo risarcimento.
martedì 1 aprile 2008
Le ultime marachelle di Silvietto
Copione: il candidato alla poltrone di Presidente del Consiglio ne spara una grossa delle sue nello studio del primo telegiornale nazionale, davanti al suo direttore. Questi non verifica e non corregge la notizia con il risultato che gli italiani penseranno che Silvietto abbia detto la verità.
Contenuto EXTRA: La gerontocrazia al potere
Candidati Porcellum
L’allegro ex ministro Calderoli ha definito la legge elettorale da lui co-firmata “una porcata”, ridacchiando come Ollio in un siparietto con Stanlio.
Grazie a lui e ai suoi compari non potremo scegliere chi andrà il parlamento ma lo sceglieranno le segreterie dei partiti.
Così immaginiamo un elettore cattolico che decida di seguire le indicazioni del suo parroco e votare UDC: si troverà a favorire l’ascesa non solo del retto Pier Ferdinando Casini, ma anche di uno stuolo di persone non esattamente raccomandabili.
Sintetiziamo quanto possiamo apprendere dall’articolo di Peter Gomez uscito per L’Espresso riguardo alle vicinanze ad ambienti mafiosi dei candidati alle prossime elezioni.
Salvatore Cintola (UDC) : iscritto per ben quattro volte nel giro di 15 anni sul registro degli indagati, un uomo che Giovanni Brusca - il capomafia killer del giudice Giovanni Falcone - considerava "un amico personale", ha militato in Sicilia Libera, un movimento indipendentista creato nel '93 per volere del boss Luchino Bagarella, passato alla corte di Totò Cuffaro diventando deputato regionale sull'onda di migliaia di preferenze (17.028 nel 2006).
Francesco Saverio Romano (UDC): tutt'ora indagato per concorso esterno;
Calogero Mannino (UDC): imputato davanti alla corte d'appello di Palermo;
Giusy Savarino (UDC): secondo i giudici del processo 'Alta Mafia', dalle intercettazioni e dai verbali emerge come nel 2001 lo scontro sulla sua candidatura alle regionali tra suo padre, Armado Savarino, e l'ex assessore Udc, Salvatore Lo Giudice, poi condannato a 16 anni di reclusione, sia stato risolto dalla mediazione del boss di Canicattì, Calogero Di Caro.
Pino Firrarello (PDL): condannato in primo grado per turbativa d'asta aggravata e ora sotto inchiesta per concorso esterno.
Antonio D'Alì (PDL): ex datore di lavoro del superlatitante Matteo Messina Denaro, e oggi accusato dall'ex prefetto di Trapani di aver voluto il suo trasferimento per fare un piacere a Cosa nostra (sulla vicenda è in corso un'indagine e un processo per diffamazione).
Gabriella Giammanco (PDL) : ex aspirante velina, volto giovane del Tg4, ma soprattutto nipote di Vincenzo Giammanco, definitivamente condannato come socio e prestanome di Bernardo Provenzano.
Gaspare Giudice (PDL) : assolto in primo grado dalle accuse di mafia con una sentenza in cui il tribunale sostiene di aver però "verificato con assoluta certezza" l'appoggio datogli da Cosa nostra nel 1996 e "con grandissima probabilità" anche nel 2001.
Renato Schifani (PDL) : negli anni '80 a lungo socio della Siculabrokers, una compagnia in cui figuravano anche Nino Mandalà, futuro boss di Villabate, e Benny d'Agostino, imprenditore legato per sua ammissione al celebre capo di tutti i capi, Michele Greco.
Bartolo Cipriano (PD): ex sindaco e poi consigliere del comune messinese di Terme Vigliatore, sciolto per mafia nel 2005.
Maria Grazia Laganà (PD) : vedova di Francesco Fortugno, vice-presidente della regione ucciso dai clan, sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato nell'ambito delle indagini sulle infiltrazioni mafiose alla Asl di Locri.
Franco Iona (PDL) : cugino primo del boss Guirino Iona, capo dell'omonima cosca crotonese ora in carcere dopo anni di latitanza, ribadisce però di essere incensurato.
Gaetano Rao (PDL) : nipote di don Peppino Pesce, vecchio boss dell'omonima e potentissima cosca di Rosarno.
Pasquale Scaramuzzino (PDL) : ex sindaco di Lamezia Terme, un comune sciolto nel 2002 dal governo per mafia in seguito a una sua battaglia, e Giuseppe 'Pino' Galati, allora leader del Ccd: un partito che l'attaccava a tutto spiano.
Sergio De Gregorio (PDL) : indagato per riciclaggio dopo che sono stati scoperti suoi assegni in mano a Rocco Cafiero detto ''o capriariello', un contrabbandiere considerato organico al clan Nuvoletta.
Mario Landolfi (PDL) : costretto a fronteggiare l'accusa di essere stato appoggiato nel 2006 da un manipolo di camorristi.
Nicola Cosentino (PDL) : uno dei suoi fratelli ha sposato la sorella del boss Peppe Russo, detto 'o padrino'.
Luigi Vallone (UDC) : nipote di un uomo politico in rapporti con Cosa nostra, a lungo pedinato dai carabinieri nella speranza di catturare Bernardo Provenzano.
Rudy Maira (UDC) : processato e assolto per concorso esterno, dopo che il tribunale aveva derubricato le accuse in voto di scambio semplice e dichiarato il reato prescritto.
Nino Dino (UDC) : indicato dal pentito Nino Giuffrè come uno dei mediatori tra Provenzano e la politica regionale.
Pier Fardinando Casini, a nome di tutti i capi partito, risponde: "non è giusto che le liste le faccia la magistratura".
domenica 30 marzo 2008
Max Mosley il Nazi
Oggi una notizia di gossip ci informa che il patron della F1 Max Mosley è stato ritratto in un video di 5 ore mentre inscena dei siparietti sadomaso in un sex dungeon, una sorta di bordello specializzato in giochi erotici di quel genere (leggi).
La notizia risulta però più interessante se si nota che, uno degli uomini inglesi più in vista e più ricchi è figlio del "fondatore del British Union of fascists, una formazione politica di estrema destra che negli anni Trenta fu alleata del partito di Benito Mussolini" nonchè "amico personale di Adolf Hitler e Joseph Goebbels".
Il figlio a quanto pare è affascinato dal mondo ideale del padre che ama riprodurre nei i suoi teatrini sessuali, con sceneggiature di torture e persecuzioni di nazisti ad ebrei.
Per la serie "sembrava un così bravo ragazzo": in confronto il nostro Ciarrapico è un dilettante. Rallegriamocene.
martedì 18 marzo 2008
Surfin' China
La notizia di oggi secondo cui la Cina ha sorpassato in numero di navigatori web gli Stati Uniti (leggi), non ha un valore solo tecnologico: internet oggi vuol dire business e vuol dire libertà.
Sul primo aspetto la Cina ha già dimostrato di essere candidata per l’immediato futuro al gradino più alto del podio insieme a USA e India; sulla libertà si sono fatti grandi passi in avanti dai tempi di Mao e Deng Xiao Ping, ma ancora la strada è lunga.
Cina batte Stati Uniti per 220 milioni a 217. L’Italia si attesta intorno a quota 20 milioni.
Leggendo tra le cifre e parlando in percentuale sul numero di abitanti, l’immagine è diversa: gli USA stravincono con il 72% della popolazione navigante, la Cina si attesta sul 16% e a metà strada l’Italia con il suo 33%.
In Cina buona parte dei cittadini vive ancora in situazioni rurali e di non pieno sviluppo; malgrado questo non si può trascurare il valore in termini assoluti di questo dato: un popolo orientale sempre più numerosamente proiettato verso la conquista del mondo.
Personalmente confido che questi anni a venire saranno anni chiave anche per il senso civico dei cinesi, finora più interessati a che la stabilità statale favorisse il proprio business più che alle proprie libertà. In questo internet giocherà sicuramente un ruolo molto importante, per quanto si cerchi di imbavagliarla.
lunedì 17 marzo 2008
Mutui Subprime
Si è parlato molto della crisi dei mutui subprime che ha colpito gli U.S.A., ma probabilmente non tutti sanno davvero di cosa si tratta.
Credo sia interessante fare luce su questo argomento, aiutandoci con wikipedia:
“I subprime, o "B-Paper", "near-prime" o "second chance" sono quei prestiti che vengono concessi ad un soggetto che non può accedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto problemi pregressi nella sua storia di debitore. I prestiti subprime sono rischiosi sia per i creditori sia per i debitori, vista la pericolosa combinazione di alti tassi di interesse, cattiva storia creditizia e situazioni finanziarie poco chiare, associate a coloro che hanno accesso a questo tipo di credito.”
Lo scenario è abbastanza chiaro: coloro che per qualsiasi motivo hanno la fedina creditizia non troppo pulita hanno comunque bisogno di credito, così determinati istituti accettano il rischio di prestare loro soldi ma a condizioni decisamente più onerose per il debitore.La regola generale è che ad un determinato rischio deve essere associato un premio adeguato.
In questo caso il rischio è costituito da un debitore inaffidabile, molto spesso con alle spalle difficili problemi legali o personali.
Ci sono diversi strumenti che sono definibili come subprime per esempio mutui, prestiti, ma anche carte di credito.
I mutui subprime hanno una diffusione più ampia di quanto si creda (negli stati uniti si attesta sul 21%).
“Parte delle potenziali sofferenze sono state ribaltate in crediti cartolari, obbligazioni "garantite" da mutui subprime ad alto rischio di insolvenza che gli istituti di credito hanno venduto ai risparmiatori, o collocato direttamente nel portafogli dei loro fondi di investimento. “
In pratica gli istituti di credito si sono inventati un sistema geniale per evitare sobbarcarsi il rischio di questi rischiosi mutui: li convertono in obbligazioni.
Con le obbligazioni l’investitore compra una quota di debito a fronte di un pagamento periodico di interessi e, alla scadenza, del capitale.
Peccato che in effetti, né il capitale né gli interessi di queste obbligazioni, sono garantite perché si rischia facilmente l’insolvenza dei debitori subprime.Queste obbligazioni poi sono anche inserite, più o meno silenziosamente, in fondi di investimento liberamente scambiati nel mercato.
La situazione è precipitata con l’aumento dei tassi di interesse, da parte delle banche centrali, e la diminuzione del valore delle case: sempre più debitori non sono stati in grado di pagare e le banche non erano nemmeno in grado di rivalersi appieno su ipoteche spesso gonfiate.Le obbligazioni collegate a questi mutui, di conseguenza, erano carta straccia.
“Gli osservatori della crisi hanno evocato precise responsabilità. Molti hanno sottolineato le pratiche predatorie dei prestatori subprime e la mancanza di una effettiva supervisione da parte delle autorità governative. Altri hanno accusato i promotori finanziari di aver indirizzato i debitori verso prestiti che non potevano soddisfare, hanno accusato i periti di aver gonfiato artificialmente le valutazioni degli immobili, e hanno tacciato gli investitori di Wall Street di aver scommesso sui titoli che incorporavano mutui subprime senza aver verificato l'effettiva solvibilità dei prestiti sottostanti.”
Il problema dei mutui va però al di là del caso dei subprime, perché il continuo aumento dei tassi di interesse negli ultimi anni ha condotto diverse famiglie a situazioni economiche drammatiche anche in Italia. Famiglie che avevano confidato in mutui a tasso variabile, fortemente consigliate dalle banche grazie ai tassi eccezionalmente bassi e che ora si trovano a pagare rate raddoppiate rispetto a tre anni fa.
“il debito pro-capite supera i 30 000 euro l'anno e nel 2007, a fronte di 3 500 000 famiglie titolari di un mutuo, i casi di insolvenza superavano quota 500 000, con altrettante procedure avviate di pignoramento.“
venerdì 14 marzo 2008
Tibet in fiamme
La Cina ha invaso il Tibet nel 1949 con delle scuse imbarazzanti; attaccò un popolo pressoché disarmato e nessuna nazione fece molto più che qualche protesta formale, nessuna missione di pace fino ad oggi.
La Cina è una nazione non democratica: anche se negli ultimi anni la popolazione ha qualche libertà in più, il governo non esita a reprimere violentemente qualsiasi protesta.
Malgrado tutto questo è stata ammessa nel WTO (l'Organizzazione Mondiale del Commercio): gli affari sono affari.
Le prossime olimpiadi approderanno proprio nella Repubblica Popolare e ovviamente saranno un palcoscenico ideale per le proteste e non pochi sono i versanti che preoccupano il governo (un altro punto delicato è la questione Taiwan).
Per questo la linea è ancora più dura al fine di reprimere sul nascere ogni possibile focolaio.
Fino al 10 maggio è stato vietato l’accesso all’Everest , sulla cui vetta in primavera verrà portata la fiaccola olimpica, per evitare manifestazioni di gruppi a favore dell’indipendenza del Tibet, si mormora.
Oggi Lhasa, capitale tibetana, è in fiamme. La polizia reprime da giorni le manifestazioni per il 49esimo anniversario della rivolta contro il dominio cinese: lo scenario è da guerra civile ma la priorità è assicurare che l’evento olimpionico si svolga nel silenzio politico.
Le parole del Dalai Lama riassumono bene il nocciolo della situazione: “Mi appello ai dirigenti cinesi perché smettano di usare la forza e affrontino tale risentimento attraverso il dialogo con il popolo tibetano".
Ecco, forse il segreto che la millenaria società cinese deve scoprire è il dialogo.
martedì 11 marzo 2008
Pd vs PdL: terzo round
Questo il punto programmatico in prima posizione per il PD che promette di approvare subito il “Pacchetto sicurezza” e il piano contro la violenza alle donne; il PDL punta a un aumento progressivo delle risorse per la sicurezza; entrambi gli schieramenti sono d’accordo su un deciso incremento delle forze dell’ordine per le strade.
Il PDL dedica largo spazio alle proposte di controllo dell’immigrazione clandestina, ma due punti ci preoccupano un po’ in quanto ci evocano un centralismo da stato di polizia che poco ci piace: “lotta al terrorismo interno ed internazionale, anche attraverso lo stretto controllo dei centri collegati alla predicazione fondamentalista” e “tutela dell’ordine pubblico dagli attacchi alla legalità dei vari disobbedienti e aumento delle pene per i reati di violenza contro le forze dell’ordine”.Il primo punto apre le porte alla possibilità di passare sopra a qualsiasi diritto per una mitologica “lotta al terrorismo”; il secondo invece le porte le chiude a manifestazioni e movimenti di piazza che potranno essere tacciate come episodi di disobbedienza.
Un’ultima proposta del PDL assicura una nuova scusa per rifilare contributi alla nostra amata chiesa cattolica nella forma di incentivi agli oratori per la conoscenza della lingua, della cultura e delle leggi italiane da parte degli immigrati (??).
Giustizia
I due schieramenti pongono all’unisono l’attenzione su l’aspetto molto importante della certezza della pena: purtroppo per raggiungere un risultato del genere è necessario scardinare tutto un sistema procedurale incentrato (consapevolmente) su un eccessivo garantismo.
Ma il PD promette anche processi civili e penali in tempi ragionevoli accorpando i tribunali, introducendo un sistema manageriale, processi telematici; secondo gli addetti ai lavori le soluzioni più efficaci sarebbero invece altre, come la riduzione dei gradi del processo (minimo 3 più l’udienza preliminare).
Con una Giustizia arrivata al tracollo organizzativo il PDL parla di razionalizzarne le spese; vuole completare la riforma dei codici e razionalizzare delle leggi esistenti, ma ci lascia la sorpresa di scoprire cosa vorrebbe fare di preciso.
L’accento si pone sull’inasprimento delle pene per i reati di particolare gravità e di allarme sociale e sulla costruzione di nuove carceri, ma niente si dice sull’enorme numero di reati finanziari o fiscali: questi ovviamente hanno un potere demagogico molto più debole dei reati portati alla spettacolarizzazione.
PD e PDL si scontrano sul tema dell’accanimento terapeutico: il primo intende prevenirlo mentre il secondo, cattolicissimo, lo esclude in ogni ipotesi.
Tutti in coro i due schieramenti gridano per una limitazione delle intercettazioni telefoniche e ambientali che tanto danno fastidio: lo scopo ovviamente è quello di limitarne l’uso e la loro diffusione in giro.
Il può agguerrito è il super-garantista Popolo delle Libertà che vorrebbe che questi strumenti siano utilizzati solo per scoprire gravi reati e non inezie come corruzioni e truffe.
Un altro bel punto programmatico del PDL dice: “riforma della normativa anche costituzionale in tema di responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati, al fine di aumentare le garanzie per i cittadini”. Traduzione: occorre mettersi al riparo da un altro De Magistris che faccia indagini su qualche politico scoprendo magari qualcosa di poco pulito, tutto al fine di aumentare le garanzie per i cittadini si intende!
Ave oh Popolo delle Libertà!
Tra i candidati del Popolo delle Libertà svetta, si fa per dire, Giuseppe Ciarrapico, imprenditore romano che in una intervista rilasciata a Repubblica ha dichiarato "Il fascismo mi ha dato sofferenze e gioie. Mai rinnegato, mai confuso, mai intorpidita la mente da pensieri sconclusionati e antistorici".
Come vediamo nei partiti non mancano le facce nuove: e che facce!
A proposito delle foto di Mussolini che campeggiano in alcune redazione di giornali da lui editati, gorgheggia: "E' bellissimo, c'è ovunque".
Ma Berlusconi risolve la situazione con il suo solito carisma: "Idee sue" (?!)
Non va dimenticato che il cittadino delle libertà Ciarrapico sta scrivendo una biografia su Starace (chissà che grande opera di contenuto!) e ha pubblicato anni fa come editore l'opera omnia di Mussolini.
Insomma, grazie alla legge elettorale in vigore, votando per il PDL si contribuirà ad eleggere un bel nostalgico fascista d'annata, tanto i candidati sono scelti dalle segreterie dei partiti...
lunedì 10 marzo 2008
Pd vs PdL: secondo round
Vorrei che i media ufficiali procedessero ad un simile confronto puntuale dei programmi elettorali: si tratteggerebbero dei profili molto più precisi di quelli superficiali che ha in mente l’italiano medio e forse si capirebbe meglio chi abbiamo di fronte.
Lo stato
Il programma del Popolo delle Libertà esplicita un punto interessante nel settore della gestione della res pubblica: la digitalizzazione della pubblica amministrazione per quanto riguarda l’accesso agli uffici pubblici per via telematica e il passaggio all’archiviazione digitale.Ritengo questi elementi piuttosto importanti per una modernizzazione dello stato sia nei rapporti con il cittadino che nei costi, ma soprattutto nei confronti dell’ambiente.
La sinistra non evidenzia, purtroppo, niente del genere; ha invece altri programmi per ottenere il suo obiettivo principale: mezzo punto di PIL in meno nel primo anno; un punto nel secondo, un altro punto nel terzo.
Piuttosto impegnativo, ma ci svela la sua ricetta: analisi del mercato per ridurre i costi, assegnazioni di contratti e cariche in modo meritocratico, accorpamento di comuni piccolissimi.
Entrambi gli schieramenti sono d’accordo nella valorizzazione del patrimonio pubblico che il PDL vorrebbe, molto pragmaticamente, utilizzare per offrire ai privati maggiori e migliori opportunità di investimento anche mediante liberalizzazioni, mentre il PD rimane più sul vago nell’idee di valorizzazione e risparmio.
Il Fisco
Le maggiori differenze tra i due programmi si vedono in materia fiscale: in entrambi i casi l’obiettivo sbandierato è quello dell’appoggio allo sviluppo e questo la dice lunga sulle criticità del nostro paese.
Per quanto il Popolo delle Libertà voglia, già dal nome, evidenziare la sua vicinanza al popolo, il corpo del suo programma fiscale è tutto dedicato alle imprese e ai ceti più abbienti: detassazione di straordinari e tredicesime (che ad un datore di lavoro fanno molto comodo), allungamento del termine per il rimborso IVA, una no tax area per i giovani imprenditori, riforma degli studi di settore e una generica e oscura “eliminazione di adempimenti burocratici e fiscali superflui e costosi”.
Tutti obiettivi molto dedicati all’imprenditoria come vediamo su cui il centro sinistra rimane molto sul vago (“Imprese: favorire la capitalizzazione con sconti d’imposta”), appoggiando comunque una riforma degli studi di settore.
Berlusconi ripropone il suo pezzo forte “abolizione dell’ICI sulla prima casa senza oneri per i comuni”. Questo punto sembra solo fumo negli occhi: l’ICI sulla prima casa oggi non pesa eccessivamente sul bilancio di una famiglia media, se si è proprietari di un normale dignitoso appartamento si paga tra i 100 e i 200 euro l’anno. Certamente il discorso cambia profondamente se si possiedono ville faraoniche.
L’ex Presidente Del Consiglio torna anche a promettere l’abolizione delle tasse su successioni e donazioni e, anche qua, il vantaggio non è altro che per i beneficiari di patrimoni miliardari e non per il figlio del pensionato.
Il PD per il 2008 prospetta una detrazione IRPEF più alta per il lavoro dipendente e un abbassamento delle aliquote di un punto ogni anno per 3 anni.
Il PDL, così prolisso sugli altri punti fiscali, si sbriga con un “graduale e progressiva diminuzione della pressione fiscale sotto il 40% del PIL”, formula che risulterà piuttosto criptica per buona parte degli elettori.
E’ facile notare la differenza di impostazione politica.
Al misterioso “quoziente familiare” del PDL, il PD risponde con un credito di imposta alle donne lavoratrici e una dote fiscale di 2.500 euro per i figli.
Entrambi i concorrenti sono invece d’accordo sull’introduzione di un vero federalismo fiscale, per attuare finalmente l’art. 119 della Costituzione e cioè l’autonomia finanziaria di entrata e di spesa di comuni, province e regioni.
Olio di colza e cinesi
Il PIL pro-capite della città ammonta a circa 826.977 euro; lo stesso parametro per quanto riguarda la città di Milano si aggira intorno ai 30.629 euro.
Questo per far comprendere la dimensione del fenomeno cinese nell'equilibrio economico mondiale e, in proporzione, quella italiano.
La Cina oggi è solo travestita da paese comunista, ma di fatto è una vera e propria nazione capitalista che viaggia ancora verso il proprio apice.
Ma ho nominato Chongqing per citare un fatto di cronaca tra le cui righe si possono facilmente leggere risvolti sociologici che non risiedono tra i meri dati statistici.
Il 10 novembre 2007, la multinazionale francese della grande distribuzione Carrefour (seconda solo a Wal-Mart), nell’ambito dei festeggiamenti per il decennale della sua prima apertura nel paese, promuoveva l’olio di colza (di cui la Cina è il maggior produttore) con uno sconto del 20%.
Una folla immensa si è accalcata ai cancelli del centro commerciale fin dalle 4 del mattino, per conquistarsi una bottiglia da 5 litri del prodotto che dall’inizio dell’anno aveva subito rincari fino al 30%.
Alle 8.40 la folla impazzita lascia sul terreno 3 morti calpestati e 30 feriti di cui 7 gravi.
giovedì 6 marzo 2008
I programmi: PD vs PDL (parte 1)
Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche abbiamo pensato di mettere uno di fronte l’altro i programmi delle due maggiori coalizioni in lotta tra loro: il Partito Democratico e il Popolo delle Libertà, PD e PDL, due sigle fastidiosamente simili tanto che a parlarne sembra di fare uno scioglilingua.
Un confronto tra i programmi elettorali è quanto mai semplice e veloce, basta recarsi sui rispettivi siti ufficiali, www.partitodemocratico.it e www.ilpopolodellaliberta.it, e scaricare la presentazione in formato PDF.
Il volume dei due programmi è pressoché simile: una trentina di pagine in cui ogni coalizione ha espresso il meglio tra ciò che è riuscita a ideare, nella forma migliore e più accattivante.
Cominciamo allora con il dire qualcosa su questo.
La forma.
Il taglio è quello ormai classico della presentazione congressuale: colore “aziendale”, verde per il Partito Democratico con il faccione sorridente di Veltroni in alto a destra, blu per il Popolo delle Libertà con il simbolo in computer graphic e prospettiva intrigante.
Il faccione di Veltroni rimane per tutta la presentazione in alto a destra guardando l’elettore con il sorriso rassicurante e un po’ divertito di chi se la spassa; nessun sorriso invece per Berlusconi, strano questo cedimento del suo protagonismo, e il simbolo con il suo nome capeggia in alto a sinistra.
Gli slogan.
Il PD sceglie: “Adesso una Italia nuova.Si può fare.”. Propositivo e ottimista.
I PDL si butta su: “Sette missioni per il futuro del Paese messo in ginocchio dalla Sinistra”. Battagliero e drammatico, terminologia bellica, il popolo delle libertà ha delle missioni e un nemico: per vincere bisogna avere un nemico da battere, questo vale in ogni campo!
I punti.
Sfogliamo la prima pagina e leggiamo la lista dei macro-punti programmatici.
Il PDL si affida sempre ad una tattica aggressiva e sprona a lettere cubitali: “RIALZATI, ITALIA! SETTE MISSIONI PER IL FUTURO DEL PAESE”.
Eccole:
Prima missione: rilanciare lo sviluppo
Seconda missione: sostenere la famiglia
Terza missione: più sicurezza, più giustizia
Quarta missione: i servizi ai cittadini
Quinta missione: il Sud
Sesta missione: il federalismo
Settima missione: un piano straordinario di finanza pubblica
Il PD, più che impavido guerriero, è laborioso operaio e dichiara: “IL PROGETTO DEL PD PER L’ITALIA SI BASERÀ SU 10 PILASTRI”
Eccoli:
1) Sicurezza, prima di tutto;
2) Sviluppo “inclusivo”;
3) Concorrenza e merito;
4) Welfare universalistico;
5) Educazione come ascensore sociale;
6) Spendere meglio e meno;
7) Pagare meno, pagare tutti;
8) Diritto dell’economia che liberi l’energie vitali;
9) Sostenibilità e qualità ambientale;
10) Stato forte e sussidiarietà.
Già da una lettura veloce dei pilastri e delle missioni possiamo intuire su cosa vogliono porre maggiore attenzione le due forze politiche: il PDL mette in primo piano il rilancio dello sviluppo, mentre il PD costruisce il primo pilastro sulla sicurezza.
Questo elemento basta di per se a stilizzare non poco le posizioni destra-sinistra a cui si richiamano i due schieramenti e che verranno approfondite e confermate nelle pagine seguenti.
continua...
giovedì 28 febbraio 2008
Nuvole scure in Sicilia
Le elezioni siciliane sono sempre un momento delicato non solo per l'isola, ma per l'Italia tutta.
Si mettono in gioco i grandi interessi di Cosa Nostra: la persona che si aggiudica la presidenza della regione potrà rendere la vita difficile alla Mafia oppure continuare a farle fare affari miliardari; perché ricordiamoci che stiamo parlando di una organizzazione illegale ma pur sempre "imprenditoriale", il cui scopo principale è quello di fare affari.
Per queste ragioni una preoccupazione precipua della mafia è sempre stata quella di insinuarsi nella politica con alleanze e appoggi.
Totò "vasa-vasa" Cuffaro (Udc), ultimo Presidente della Regione Sicilia, è stato recentemente condannato a 5 anni di reclusione per favoreggiamento (avrebbe tenuto aggiornate diverse personalità mafiose riguardo a indagini segrete su di loro): malgrado abbia ricevuto la solidarietà di buona parte del mondo politico (?!), non si può certo dire che sia un esempio della figura pulita che si auspicare di avere alla guida della Sicilia.
La destra berlusconiana questa volta avrà deciso di voltare pagina e appoggiare un candidato contro cui non si possano fare speculazioni o allusioni?
Il PDL ha deciso di appoggiare il Movimento per l'autonomia (Mpa) e la candidatura del suo leader Raffaele Lombardo.
Leggiamo qua e là qualche dettaglio sull'aspirante Presidente con l'aiuto di Wikipedia:
"Laureato in medicina e chirurgia, partecipa alla fine degli anni settanta alla gioventù DC catanese e con la Dc farà carriera all'ombra di Calogero Mannino."
Ah la DC! Il partito di Vito Ciancimino, in Sicilia non è che ha mai fatto una gran figura.
Il Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa disse: "La DC a Palermo vive con l'espressione peggiore del suo attivismo mafioso, oltre che politico."
E poi Mannino, dal 1995 in ballo con processi per mafia, maestro suo e di Cuffaro negli anni '80.
Ma continuiamo a leggere...
"Nel 1991 diviene assessore regionale agli Enti Locali.Ebbe delle vicissitudini nell'epoca di Tangentopoli, iniziate nel 1992 con un arresto per abuso d'ufficio, e dopo essere stato condannato in primo grado, assolto in appello dallo scandalo giudiziario."
Qua non si può dire niente, è stato assolto...
"Il 23 luglio del 1994 fu coinvolto e ancora arrestato (stavolta per corruzione) per lo scandalo di un appalto da 48 miliardi di lire per i pasti all'ospedale Vittorio Emanuele di Catania: secondo l'accusa, [...] avrebbe garantito l'appalto all'azienda dell'ex presidente dell'Inter Ernesto Pellegrini, in cambio di una corposa tangente di 5 miliardi di lire.[...]
Il 17 marzo del 2000 Pellegrini patteggia ammettendo di avere versato la tangente ad alcuni politici, tra cui Lombardo, ma i giudici finirono per considerare quel denaro solo un regalo: il reato venne derubricato a finanziamento illecito ai partiti, reato che per gli imputati risultava ormai prescritto."
Ma tu guarda, un regalo!
Bisogna sempre stare attenti alla differenza tra assolto e prescritto: in questo caso Pellegrini ha confessato di aver pagato il nostro Lombardo, peccato che ormai si era fuori tempo massimo...
"Lombardo torna in politica e diventa europarlamentare nel 1999 per il Centro Cristiano Democratico. "
Insomma, che sia cristiano non c'è dubbio...
…e anche caparbio, non si arrende davanti alle difficoltà e torna in politica!
"Alle elezioni politiche del 2006, si allea con la Lega Nord di Umberto Bossi, sancendo il Patto per le Autonomie, che si schiera con la Cdl e Silvio Berlusconi, che nel programma di governo recepisce i punti programmatici per lo sviluppo del Sud del Paese. Ottiene sei deputati e un senatore."
"È stato eletto presidente della provincia di Catania nel turno elettorale del 2003, raccogliendo il 64,9% dei voti.[…] Nel novembre 2006 da una rilevazione del Sole 24 ore è risultato il Presidente di Provincia con il più alto indice di gradimento dei cittadini in Italia."
A sentire i sondaggi la gente lo ama.
Peter Gomez scrive su di lui:
"La potenza elettorale di Lombardo, [...] si basa infatti sulle prebende che gli enti regionali, provinciali e comunali, più le società da loro controllate o partecipate, riescono ad elargire. Per raccogliere voti Lombardo garantisce posti di lavoro e poltrone."
Ecco perchè sembra che lo adorino!
Ma...
"Dal punto di vista elettorale questo modus operandi paga: alle ultime regionali l'Mpa ha incassato in Sicilia il 13 per cento dei voti. Il problema è che il giochetto ha il fiato corto. Proprio a Catania, per esempio, la disastrosa amministrazione del medico personale di Berlusconi, il sindaco Umberto Scapagnini, ha lasciato vuote le casse del municipio già impoverite dal suo predecessore Enzo Bianco. Il debito ha raggiunto livelli tali da spingere l'Enel a staccare la luce a interi quartieri e Scapagnini è stato costretto a dimettersi. A soli due anni dalla sua rielezione il medico del Cavaliere era ormai divenuto talmente impopolare da correre il rischio di essere menato se solo si fosse messo a camminare per strada da solo."
Tirando le fila, rispondiamo alla domanda posta all'inizio: La destra berlusconiana questa volta ha deciso di voltare pagina e appoggiare una candidato contro cui non si possano fare speculazioni o allusioni?
Direi proprio di no, anche questa volta.
mercoledì 27 febbraio 2008
Parola di Silvio
"Il nostro programma non avrà ricette miracolose per rilanciare l'economia, ma partiremo dalla base della vecchia ricetta liberale di sempre: meno tasse sulle famiglie, sul lavoro e sulle imprese".*
"cchiù pilu per tutti" insomma...ma perchè non ci racconta mai la parte della "vecchia ricetta liberale" in cui si parla di come ha in mente di sostituire le entrate delle tasse abolite?Sarebbe quanto meno intessante come lezione di economia...
"Riduzione delle tasse, abolizione completa della famigerata Ici, detassazione degli straordinari, aiuti alle famiglie con il bonus bebè, soluzione dell'emergenza rifiuti in campania..."
caspita, sembra quasi un programma elettorale di sinistra!Insomma, possiamo stare tranquilli che i pensieri di Silvio sono sempre per noi comuni mortali e non per gli imprenditori miliardari come lui e i suoi soci!
"...e via via una serie di cose per garantire maggiore sicurezza, come i vigili di quartiere nelle città, perchè la criminalità è aumentata a causa delle frontiere aperte dalla sinistra".
Questo sentore che la criminalità sia aumentata non è che dipende dal fatto che buona parte dell'informazione viene dedicata alla cronaca?E' solo un dubbio, magari potremmo parlare con qualche cifra ufficiale in mano...
"[Riguardo all'annunciata abolizione dell'Ici] i soldi arriveranno grazie alla modernizzazione dello Stato, ci sono degli spazi di risparmio enormi".
Questo è vero: gli sprechi sono tantissimi in Italia, io potrei indicarne qualche centinaio.Ma siamo sicuri che il nemico sia l'ICI? Una persona normale, con una casa normale, pagherà massimo 200 euro all'anno per quella tassa; per quanto iniqua è ben poca cosa rispetto al peso fiscale dell'IRPEF e delle altre tasse regionali e comunali.Certo il discorso cambia se si parla delle ville faraoniche degli impresari miliardari come Berlusconi...
"Non siamo un partito, ma un movimento nato dalla gente, venuto dal basso. Tre milioni di persone potevano scegliere il nome e hanno scelto Popolo della Libertà".
Un movimento proletario, vicino a tutti noi...
"Io ho orrore di di pietro e lo dico alto e forte. Mi ha sconcertato, perchè significa che nel Pd c'è una cultura giustizialista di cui Di Pietro, l'uomo delle manette, è il campione".
Davvero un modo aulico di esprimersi per un candidato Presidente del Consiglio!Ma forse ora sto esagerando, ha detto ben di peggio, vero?Tra le altre cose mi domandavo, se una persona ha una condotta irreprensibile perchè deve temere la cultura della giustizia e le manette "facili"? Dovrebbe anzi sentirsi più tutelato.
"Se qualcuno ha un sospetto forte sopra di sè, credo che ci voglia della prudenza. Bisogna distinguere, però, se qualcuno è oggetto e vittima di quelle procure che cercano di fare guerra agli avversari politici e io in questo credo di essere il recordman universale".
Questa è bellissima!Io credo davvero che non sia facile elaborare delle tattiche di manipolazione tanto fini quanto quelle che usa Berlusconi.
Riassumendo: se qualcuno ha qualche problema con la giustizia è giusto che ci sia... prudenza (??), ma bisogna distinguere tra i criminali e quelli che invece sono perseguitati politici. Il fatto che ci sia una persecuzione politica in corso è dato per assunto, l'organo che deve giudicare i perseguitati non è specificato ma di certo lui, Dell'Utri e Previti sono un esempio di perseguitati.
"Non ho nessuna ambizione politica, tanto meno verso il Quirinale. Io sono qui solo per spirito di servizio."
Ma certo! Lui non ha nessun interesse nella politica, anzi lo disturba un pò tutto questo affannarsi, lo fa solo per amor di patria!Geniale! Grazie!
"Il conflitto d'interessi non esiste. Il sistema televisivo credo sia l'ultima delle preoccupazioni che un governo dovrebbe darsi, anche perchè il duopolio non esiste più con l'arrivo della tv satellitare".
Ma ha ragione!Che importanza ha se una persona sola controlla 3 reti private a cui potrebbero sommarsi le 3 statali se vincesse le elezioni?Anche se a questi ci sommiamo le numerose case editrici e quant'altro, non è conflitto di interessi perchè semplicemente questo non esiste!
"[sui giovani nelle liste del PDL] Mi sto battendo affinchè il numero sia il più elevato possibile"
Grande! Allora aspetta di vedere le liste...
"Il mio difetto? Sono troppo, troppo, troppo, troppo buono".
Ma anche modesto, dai...
"Sorridendo, ma mica tanto, dico che il mio è un partito monarchico per quanto riguarda il leader, che è uno solo e indiscusso, visto che ne è stato anche il fondatore."
AHAHA, ma dai Silvio, monarca per spirito di servizio!Sembra il titolo di un film di Totò...Per fortuna è risaputo che l'ex-premier è un fautore della democrazia e della libertà di parola, se no qualcuno potrebbe fare pensieri deviati sul suo autarchismo...
"[Sull'Afghanistan] E' un paese importante, e bisogna proseguire gli sforzi per mantenere il sistema democratico in quel Paese. L'Italia deve essere protagonista, non può isolarsi in una torre d'avorio".
Sia mai che rimaniamo fuori dalla nuova versione del Grande Gioco!Per fortuna ci siamo noi a portare la civiltà... e poi si procederà con altri stati non demogratici come l'Arabia Saudita e la Cina, vero?
L'Inflazione reale e la Politica
Di Giuseppe Governanti :
L’ISTAT nel presentare l’indice d’inflazione del mese di Gennaio, ha, per la prima volta, parlato di “beni di alta frequenza d’acquisto”.
Abbiamo, così, saputo che dal 2002, dall’introduzione dell’euro, l’inflazione percepita dai consumatori è del 4,8. Anche se il dato non è in linea con quelli elaborati dal Codacons e dell’Adoc, rappresenta pur sempre una presa di coscienza dell’Istituto, purché non rimanga solo un dato indicativo, ma sia il primo passo per la modifica sostanziale del cosiddetto “paniere”, che determina l’inflazione sulla quale si costruiscono le leggi finanziarie e si stipulano i contratti di lavoro. I “beni di alta frequenza d’acquisto” riguardano alimentari, tabacchi, carburanti, giornali, trasporti urbani, spese d’assistenza, spese non durevoli per la casa, spese d’affitto e mutuo. Sono, insomma, spese cui una famiglia tipo (media) non può rinunciare e riguardano la sopravvivenza e la vita partecipativa.
Secondo l’ISTAT, questo gruppo di beni “ha registrato un aumento superiore al tasso medio”, accettando, quindi, quanto le famiglie vanno affermando da tempo: i dati dell’inflazione sono stati sempre superiori ai dati ufficiali rilevati dall’Istat, basati su un “paniere” di beni non legato al quotidiano. Anche la “percezione” di cui parliamo è un dato non concreto perché i dati reali sono quelli toccati da chi ha l’onere della spesa quotidiana, le mamme e i papà che si recano a fare la spesa, quella che poi portano sui tavoli.
Dati più approfonditi ci dicono ancora che i beni di prima necessità, necessari a bambini e anziani, hanno subito rincari molto alti, spesso non giustificati: il pane +12%, la pasta +10%, il latte +8,7% e la frutta +4,8%. Secondo una nota congiunta di Adusbef e di Federconsumatori, “la situazione è gravissima e gli interventi per arginarla non sono più rinviabili”.
Carlo Pileri, presidente dell’Adoc, denuncia: “E’ da tempo che denunciamo l’aumento eccessivo dei prodotti a maggiore diffusione d’acquisto, rincari che costituiscono uno dei principali motivi del continuo indebolimento dei redditi e delle possibilità di risparmio delle famiglie, nonché del crescente e preoccupante indebitamento…Solo per comprare lo stesso paniere di beni alimentari, oggi si spendono duemila euro in più dall’introduzione dell’euro”.
Carlo Rienzi, presidente del Codacons, invia un esplicito invito ai politici nostrani d’intervenire: “E’ virgola deve essere attaccata alla parola che la precede. una situazione che è sempre più una crisi nazionale, verso la quale i candidati al prossimo governo dovranno prestare la massima attenzione”.
Come è ben evidente il potere d’acquisto delle famiglie con reddito fisso è sempre più eroso da un aumento dei prezzi.
Perché aumentano i prezzi? Chi deve controllare in uno Stato che, quando gli fa comodo, si dice liberista e afferma che non può far nulla? Allora, a cosa serve l’introduzione di mister prezzi?
Sono domande alle quali i politici devono dare risposte chiare e prendere provvedimenti altrettanto chiari, senza nascondersi dietro la favola pilatesca che nel libero mercato lo Stato non può intervenire, né invitare i cittadini a girare per il mercato prima dell’acquisto, di berlusconiana memoria.
E’ ora che i nostri dipendenti si rimbocchino le maniche e si guadagnino lo stipendio, perché una situazione di precarietà e insicurezza, se non contrastata con provvedimenti d’equilibrio, può avere serie ripercussioni sull’ordine pubblico.
martedì 26 febbraio 2008
Uno spreco della SIAE
Parlare di tutte le cose poco chiare nella struttura e organizzazione della S.I.A.E., richiederebbe moltissimo spazio e pazienza, inoltre sono quasi mosso a compassione perché mi sembra di sparare sulla Croce Rossa.
Per tali argomenti vi rimando all’ottima inchiesta del programma Report, la cui puntata è reperibile sul sito ufficiale.
Il dettaglio su cui volevo concentrare l’attenzione è uno di quelli che contraddistinguono la modernità tipicamente italiana di questo organo (privato), il cui compito è quello di monetizzare e distribuire del diritto d’autore.
In particolare, ogni semestre viene recapitato agli iscritti la documentazione contabile relativa alla liquidazione del semestre corrispondente dell’anno precedente.
Per ogni rendiconto (sezione musica) vengono recapitati un minimo di 20 fogli, stampati su un’unica facciata: uno spreco che risulta ancora più inutile se si pensa che buona parte di questi fogli contengono sempre le stesse informazioni ad ogni spedizione.
Inoltre nel caso di autori professionisti la piccola risma di fogli diventa facilmente un piccolo tomo.
Sfogliamo: la prima pagina è la presentazione dalla quale si evince che tra la data di spedizione e quella di ricezione è passato poco meno di un mese (complimenti!), poi abbiamo 12 pagine di Foglio Avvertenze della Ripartizione con vari schemi di ripartizione per ogni stato mondiale, documentazione sulle modalità, le denominazioni delle emittenti radiofoniche private nazionali e delle emittenti televisive; avvertenze sulle modalità di lettura del rendiconto, sugli obblighi fiscali e le modalità di pagamento dei diritti.
Ci sono poi almeno 7 pagine, se proprio hai realizzato poco o niente, con il rendiconto vero e proprio in cui vengono riportati nel dettaglio tutte le cifre riscosse per ogni opera.
Ora, non sarebbe più pratico ed ecologico produrre tutte queste informazioni on line e spedire al domicilio solo un paio di fogli con la situazione riassuntiva e l’invito a consultare il dettaglio nell’apposita area del sito internet?
lunedì 25 febbraio 2008
Il sogno d’amore americano
Il seguente scambio è avvenuto su Craigslist, una nota community newyorkese:
“Che faccio di sbagliato? Sono stufa di girarci intorno. Sono una bella (eccezionalmente bella) venticinquenne. Sono colta e di classe. Non sono di New York. Sto cercando di sposare un ragazzo che guadagni almeno mezzo milione di dollari all’anno.
So quel che sembra, ma tenete presente che con un milione di dollari all’anno a New York si appartiene al ceto medio, perciò non penso affatto di stare esagerando. C’è qualche ragazzo in questa community che guadagna cinquecentomila dollari o più? Mogli? Potreste darmi qualche consiglio? Ho incontrato un uomo d’affari che guadagna tra i duecento e i duecentocinquantamila dollari. Non di più. Duecentocinquantamila dollari non mi condurranno a Central Park West (1). Conosco una donna del mio corso di yoga che era sposata con un banchiere e vive a TriBeCa (2). Non è bella quanto me e nemmeno brilla per intelligenza. Perciò, qual è il suo segreto? Ecco le mie domande:
- Dove vi ritrovate voi ragazzi ricchi? Voglio i dettagli - bar, ristoranti, palestre.
- Cosa cercate in una compagna?
- C’è una fascia d’età cui dovrei puntare?
- Perché alcune delle donne che godono di sontuosi stili di vita nell’Upper East Side (3) sono così ordinarie? Dov’è il trucco?
- Avvocati, banchieri, dottori. Quanto guadagnano davvero questi uomini? E dove si ritrovano gli uomini che investono nei fondi speculativi (4) ? Cosa spinge i ricchi a sposare una certa ragazza? Sono interessata solo al matrimonio.
La risposta di un banchiere:
“Rientro tra gli uomini che potrebbero interessarti – guadagno più di cinquecentomila dollari all’anno. Ecco come la vedo: la tua offerta è un affare scialbo e banale che non vale nulla. Quello che suggerisci è un semplice baratto: tu metti il tuo aspetto e io i soldi. Facile facile. Ma ecco la fregatura: la tua bellezza appassirà mentre il mio denaro durerà certamente per sempre – infatti è molto probabile che i miei introiti aumenteranno, ma è un’assoluta certezza che tu non diventerai affatto ancora più bella! Perciò, in termini economici, sei un bene che va svalutandosi. In termini borsistici non sei un buon affare né una riserva economica. “Acquistarti” (che è ciò che domandi) non denoterebbe buon senso per gli affari. Perciò potrei piuttosto affittarti. L’affare che avrebbe senso per me è una frequentazione a termine, non il matrimonio.”
(1) Central Park West: quartiere residenziale di Manhattan
(2) TriBeCa: è un quartiere situato nella parte sud del distretto (borough) di Manhattan, a New York. Il suo nome è l'abbreviazione di Triangle Below Canal Street, ovvero "triangolo sotto Canal Street"; il quartiere, infatti, ha forma triangolare ed è delimitato a nord da Canal Street. Da qualche tempo è diventato area residenziale alla moda.
(3) Upper East Side: altro quartiere residenziale di Manhattan.
(4) Fondi speculativi: i fondi hedge (in inglese hedge funds) detti anche in italiano fondi speculativi, nascono negli Stati Uniti negli anni '50. La legge statunitense prescrive che gli investitori abbiano un patrimonio di almeno un milione di dollari o entrate nette per oltre 200.000 dollari. Il numero dei soci non può essere superiore a 99
Canone tv anche per i computer
Da Replubblica.it
Anche chi ha solo il pc deve pagare. Esplode la protesta
Il Garante del contribuente: toni minatori nelle lettere di sollecito
"Canone tv anche per i computer"
consumatori in rivolta contro la Rai
Da questa notizia si evince che la dirigenza Rai, in stretta collaborazione con il Governo, lavora alacremente!
Ma che vivono entrambi fuori dal mondo e dal tempo.
"[...] "Non si capisce con quale criterio il Sat invii queste lettere - afferma Silvio Pieri, il presidente dell'ufficio del Garante del contribuente del Piemonte, competente per territorio - ma è sicuro che hanno dei toni decisamente minatori. Si paventano blocchi amministrativi delle auto o pignoramenti senza che la legge lo preveda. Per questo stiamo valutando la possibilità di presentare un esposto in procura per abuso d'ufficio" "
O la borsa o la vita, insomma...
"[...] La questione, in effetti, è di dubbia interpretazione e soprattutto è regolamentata da un regio decreto del 1938, quando addirittura c'era soltanto la radio, che poco si adatta alle evoluzioni della tecnologia che da allora ci sono state. Secondo la norma deve pagare chiunque detenga un "apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle radioaudizioni" "
...1938... radioaudizioni!!
L'Italia è sempre all'avanguardia, come potrebbe essere altrimenti con una classe dirigente giovane e arzilla che si ritrova?
"[...]A norma di legge per rescindere un contratto tv basta mandare una raccomandata, ma il Sat poi continua a tempestare di lettere chiedendo la compilazione di moduli. Inoltre quando si chiude un abbonamento si paga ancora una tassa di suggellamento che sarà pure di pochi euro, ma non c'è più nessuno che venga a impacchettare il televisore che non si usa più"
Ah, il buon vecchio metodo del sacco di iuta sigillato!
""Credo sia opportuna una modifica della legge - conclude il Garante del Piemonte - una proposta potrebbe essere quella di una tassa sull'acquisto di un televisore in cambio dell'abolizione del canone. In effetti l'origine stessa del canone viene meno, visto che un tempo doveva servire per garantire il servizio pubblico anche nelle zone in cui non rendeva trasmettere, mentre ora con il satellite si arriva ovunque senza problemi" "
Io ho un'idea migliore da proporre al legislatore per la prossima finanziaria: inglobare il canone nell'IRPEF con la presunzione che chiunque possiede un personal computer o un televisore. Il problema sarebbe risolto.
domenica 24 febbraio 2008
Per chi suona la campana
Appello 2001 a un referendum morale:
Di Umberto Eco, da "A passo di gambero" (2006); precedentemente apparso su Golem-L'indispensabile e poi su Repubblica, nel maggio 2001.
"A NESSUNO piacerebbe svegliarsi una mattina e scoprire che tutti i giornali, il Corriere della Sera, la Repubblica, la Stampa, il Messaggero, il Giornale, e via via dall’ Unità al Manifesto, compresi i settimanali e i mensili, dall’Espresso a Novella 2000, appartengono tutti allo stesso proprietario e fatalmente ne riflettono le opinioni. Ci sentiremmo meno liberi.
Ma è quello che accadrebbe con una vittoria del Polo che si dice delle Libertà. Lo stesso padrone avrebbe per proprietà privata tre reti televisive e per controllo politico le altre tre - e le sei maggiori reti televisive nazionali contano più, per formare l’opinione pubblica, di tutti i giornali messi insieme. Lo stesso proprietario ha già sotto controllo quotidiani e riviste importanti, ma si sa cosa accade in questi casi: altri giornali si allineerebbero all’area governativa, vuoi per tradizione vuoi perché i loro proprietari riterrebbero utile ai propri interessi nominare direttori vicini alla nuova maggioranza. In breve si avrebbe un regime di fatto.
Per regime di fatto bisogna intendere un fenomeno che si verificherebbe da solo, anche se si assume che Berlusconi sia uomo di assoluta correttezza, che la sua ricchezza sia stata costituita in modo inappuntabile, che il suo desiderio di giovare al Paese anche contro i propri interessi sia sincero. Qualora un uomo si trovasse a poter controllare di fatto tutte le fonti d’informazione del proprio Paese, neppure se fosse un santo potrebbe sottrarsi alla tentazione di gestirlo secondo la logica che il sistema imporrebbe e, quand’anche facesse del suo meglio per sottrarsi a tale tentazione, il regime di fatto sarebbe gestito dai suoi collaboratori. Non si è mai visto, nella storia di alcun Paese, un giornale o una catena televisiva che iniziano spontaneamente una campagna contro il proprio padrone.
Questa situazione, conosciuta ormai nel mondo come l’anomalia italiana, dovrebbe essere sufficiente per stabilire che una vittoria del Polo, nel nostro Paese, non equivarrebbe - come molti politologi affermano - a una normale alternanza tra destre e sinistre, che fa parte della dialettica democratica. L’instaurazione di un regime di fatto (che, ripeto, si instaura al di là delle volontà individuali) non fa parte di alcuna dialettica democratica.
Per chiarire perché la nostra anomalia non allarma la maggioranza degli italiani occorre esaminare anzitutto quale sia l’elettorato potenziale del Polo. Esso si divide in due categorie. Il primo è l’Elettorato Motivato. È fatto da coloro che aderiscono al Polo per effettiva convinzione. È convinzione motivata quella del leghista delirante che vorrebbe mettere extracomunitari e possibilmente meridionali in vagoni piombati; quella del leghista moderato il quale ritiene conveniente difendere gli interessi particolari della propria area geografica pensando che possa vivere e prosperare separata e blindata dal resto del mondo; quella dell’ex fascista che, pur accettando (magari obtorto collo) l’ordine democratico, intende difendere i propri valori nazionalistici, e intraprendere una revisione radicale della storia del Novecento; quella dell’imprenditore che ritiene (giustamente) che le eventuali defiscalizzazioni promesse dal Polo sarebbero soltanto a favore degli abbienti; quella di coloro che, avendo avuto contenziosi con la magistratura, vedono nel Polo un’alleanza che porrà freno all’indipendenza dei pubblici ministeri; quella di coloro che non vogliono che le loro tasse siano spese per le aree depresse.
Per tutti costoro l’anomalia e il regime di fatto, se non benvenuti, sono in ogni caso un pedaggio di poco conto da pagare per vedere realizzati i propri fini - e pertanto nessuna argomentazione contraria potrà smuoverli da una decisione presa a ragion veduta.
La seconda categoria, che chiameremo Elettorato Affascinato, certamente la più numerosa, è quella di chi non ha un’opinione politica definita, ma ha fondato il proprio sistema di valori sull’educazione strisciante impartita da decenni dalle televisioni, e non solo da quelle di Berlusconi. Per costoro valgono ideali di benessere materiale e una visione mitica della vita, non dissimile da quella di coloro che chiameremo genericamente i Migranti Albanesi. Il Migrante Albanese non penserebbe neppure a venire in Italia se la televisione gli avesse mostrato per anni solo l’Italia di Roma città aperta, di Ossessione, di Paisà - e si terrebbe anzi lontano da questa terra infelice. Migra perché conosce un’Italia in cui una televisione ricca e colorata distribuisce facilmente ricchezza a chi sa che il nome di Garibaldi era Giuseppe, un’Italia dello spettacolo.
Ora a questo elettorato (che tra l’altro, come dicono le statistiche, legge pochi quotidiani e pochissimi libri) poco importa che si instauri un regime di fatto, che non diminuirebbe, anzi aumenterebbe la quantità di spettacolo cui è stato abituato. Fa quindi sorridere che ci si ostini a sensibilizzarlo parlando del conflitto d’interessi. La risposta che si ascolta sovente in giro è che a nessuno importa che Berlusconi si faccia i propri interessi se promette di difendere i loro.
A questi elettori non vale dire che Berlusconi modificherebbe la Costituzione, primo perché la Costituzione non l’hanno mai letta, e secondo perché hanno persino sentito parlare di modificazioni della Costituzione da parte dell’Ulivo. E allora? Quale articolo della Costituzione possa poi essere modificato, è per loro irrilevante. Non dimentichiamo che subito dopo la Costituente Candido ironizzava con vignette salaci sull’articolo secondo il quale la repubblica difende il paesaggio, come se si trattasse di un bizzarro e irrilevante invito al giardinaggio. Che quell’articolo anticipasse le attuali e tremende preoccupazioni per la salvezza dell’ambiente sfuggiva non solo al grande pubblico, ma persino a giornalisti informati.
A questo elettorato non vale gridare che Berlusconi metterebbe la mordacchia ai magistrati, perché l’idea della giustizia si associa a quella di minaccia e intrusione nei propri affari privati. Questo elettorato afferma candidamente che un presidente ricco almeno non ruberebbe perché concepisce la corruzione in termini di milioni o centinaia di milioni, non in termini astronomici di migliaia di miliardi. Questi elettori pensano (e con ragione) che Berlusconi non si farebbe mai corrompere da una bustarella pari al costo di un appartamento tricamere con bagno, o dal regalo di una grossa cilindrata, ma (come del resto quasi tutti noi) trovano impercettibile la differenza tra diecimila e ventimila miliardi.
L’idea che un parlamento controllato dalla nuova maggioranza possa votare una legge che, per una catena di cause ed effetti non immediatamente comprensibile, possa fruttare al capo del governo mille miliardi, non corrisponde alla loro nozione quotidiana del dare e avere, comperare, vendere o barattare. Che senso ha parlare a questi elettori di off shore, quando al massimo su quelle spiagge esotiche desiderano poter fare una settimana di vacanza con volo charter?
Che senso ha parlare a questi elettori dell’Economist, quando ignorano anche il titolo di molti giornali italiani e non sanno di che tendenza siano, e salendo in treno comperano indifferentemente una rivista di destra o di sinistra purché ci sia un sedere in copertina? Questo elettorato è pertanto insensibile a ogni accusa, al riparo da ogni preoccupazione di regime di fatto. Esso è stato prodotto dalla nostra società, con anni e anni di attenzione ai valori del successo e della ricchezza facile, è stato prodotto anche dalla stampa e dalla televisione non di destra, è stato prodotto da parate di modelle flessuose, da madri che abbracciano finalmente il figlio emigrato in Australia, da coppie che ottengono il riconoscimento dei vicini perché hanno esibito le proprie crisi coniugali davanti a una telecamera, dal Sacro spesso trasformato in spettacolo, dall’ideologia che basta grattare per vincere, dallo scarso fascino mediatico di ogni notizia che dica quello che le statistiche provano, che la criminalità è diminuita, mentre è ben più morbosamente visibile il caso di criminalità efferata, che induce a pensare che quello che è accaduto una volta potrebbe accadere domani a tutti.
Questo Elettorato Affascinato sarà quello che farà vincere il Polo. L’Italia che avremo sarà quella che esso ha voluto.
Di fronte all’Elettorato Motivato e all’Elettorato Affascinato della destra, il maggior pericolo per il nostro Paese è però costituito dall’Elettorato Demotivato di sinistra (e si dice sinistra nel senso più ampio del termine, dal vecchio laico repubblicano al ragazzo di Rifondazione, sino al cattolico del volontariato che non si fida più della classe politica). È la massa di coloro che tutte le cose dette sinora le sanno (e non avrebbero neppure bisogno di sentirle ripetere), ma si sentono delusi dal governo uscente, di coloro che di fronte a ciò che si attendevano considerano tiepidamente quello che hanno ricevuto, e si evirano per far dispetto alla moglie. Per punire chi non li ha soddisfatti, faranno vincere il regime di fatto.
La responsabilità morale di costoro è enorme, e la Storia domani non criticherà i drogati delle telenovelas, che avranno avuto la telenovela che volevano, ma coloro che, pur leggendo libri e giornali non si sono ancora resi conto o cercano disperatamente di ignorare che quello che ci attende tra qualche giorno non sono elezioni normali, bensì un Referendum Morale. Nella misura in cui rifiuteranno questa presa di coscienza, sono destinati al girone degli ignavi.
Contro l’ignavia si chiamano ora anche gli incerti e i delusi a sottoscrivere un appello molto semplice, che non li obbliga e condividere tutte le considerazioni di questo articolo, solo la parte che segue in corsivo.
Contro l’instaurazione di un regime di fatto, contro l’ideologia dello spettacolo, per salvaguardare nel nostro Paese la molteplicità dell’informazione, consideriamo le prossime elezioni come un Referendum Morale a cui nessuno ha diritto di sottrarsi.
Questo sarà per molti un appello a mettersi una mano sulla coscienza e ad assumersi la propria responsabilità. Perché Nessun uomo è un’isola… Non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona per te. "
Il partito degli impresentabili
L’Espresso presenta “il partito degli impresentabili: quelli da non votare”.
Letto l’articolo, mi sono messo nei panni di un elettore di Forza Italia che vuole votare il suo partito ma non Dell’Utri, condannato con sentenza passata in giudicato. Ma l’elettore in questione può essere l’elettore di qualsiasi altro partito o coalizione.
Quali strumenti ha il nostro elettore, quindi, per non trovare tra i parlamentari eletti del suo partito Dell’Utri o Cuffaro o Bassolino e tanti altri? Nessuno.
Eppure la nostra carta fondamentale afferma che la “sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione (art.1, comma 2) ”.
Il cittadino elettore voterà, come nel 2006, col “porcellum” di Calderoni, una legge elettorale rinnegata in coro dallo stesso suo autore e da tutti i partiti. I buoni propositi di riforma, qualche mese fa tutti ne parlavano come cosa fatta, con la caduta del governo Prodi si sono dissolti come neve al sole. E’ bastato che l’asse Berlusconi – Fini sentisse odore di vittoria perché anche la porcata divenisse digeribile. Basta ricordare che Fini, l’eterno e illuso aspirante alla poltrona di primo ministro, ha sostenuto con forza e consistenza numerica il referendum. Ma in politica la coerenza non è un optional, o l’hai o no, e Fini ne è privo. Spero, a tal proposito, che gli Italiani nella solitudine della cabina elettorale, ricordino gli scambi verbali poco amorevoli tra lui e quello che ora è come sempre il suo leader e, indignati non lo votino.
Dal canto suo la Corte costituzionale, nonostante il parere d’incostituzionalità espresso da molti esperti costituzionalisti, non ha trovato il tempo di definire il suo giudizio (“La Corte Costituzionale giudica sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi funzione di legge, dello Stato…”- art. 134Cost.).
E’ solamente scandaloso che a più di tre anni dall’approvazione (21/12/2005), attendiamo ancora che i giudici sciolgano il nodo…di Gordio. Sicuramente sono presi da tanti e più urgenti problemi!
Ritornando alla questio, bisogna dire che il cittadino è stato espropriato non di un diritto ma, cosa più grave, della sovranità. Solo i regimi autoritari usano le “liste bloccate” non permettendo, in tal modo ai cittadini di esprimere il loro dissenso e decidere il cambiamento.
Abbiamo solo l’illusione di determinare le scelte, ma, in realtà, sono le segreterie dei partiti, vere e proprie SpA, a portare in parlamento i loro fedelissimi, basta inserirli nelle liste in ordine d’eleggibilità. Viva la democrazia!
di Giuseppe Governanti