Tremonti, il genio della finanza creativa, ne ha elaborata un’altra delle sue risolvendo il problema dei mutui che soffocano le famiglie e creando milioni di euro per le banche.
Applausi.
Si sta parlando ovviamente della possibilità di rinegoziare i mutui a tasso variabile, trasformandoli in tasso fisso in modo da mettersi in salvo dalla congiuntura economica negativa.
Il tasso fisso sarebbe determinato da una media dei tassi del 2006: un miracolo! La rata torna indietro di 2 anni.
Peccato che nessuno regala niente, tanto meno le banche, quindi la differenza tra la nuova rata fissa e quello che si sarebbe dovuto pagare con il vecchio mutuo viene poggiata su un conto accessorio che andrà di mese in mese aumentando o diminuendo di valore a seconda dell’andamento dei tassi di interesse.
Ovviamente anche all’importo depositato su questo conto viene applicato un tasso di interesse: mica si lavora gratis!
A fine mutuo ci si troverà a dover rimborsare anche questa differenza, con rate costanti di importo pari alla rata fissa determinata.
Facciamo un esempio reale preso dalla lettera informativa speditami dalla banca e ipotizziamo che i tassi rimangano come sono oggi, solo per rendere esemplificativo il calcolo.
Importo originario del mutuo: 132000
Finanziato in 30 anni a tasso variabile. Rate residue 326.
Tasso iniziale (novembre 2005): 3,10 %
Tasso attuale: 6,050%
Rata attuale: 773,4
Tasso medio del 2006: 3,825%
Rata fissa secondo la convenzione ABI-MEF: 616,94
Differenza tra rata originaria e rata fissa: 156,45
Vuol dire che se accettassi la proposta di Tremonti, ogni mese verrebbero messi a debito sul mio conto accessorio 156,45 euro.
Tasso del conto accessorio: IRS + 0,50%
Ad oggi 5,50%
Diciamo che accetto la proposta del ministro creativo.
326 (rate residue) x 616,94 (rata fissa) = 201122,44 (capitale + interessi pagati)
Mi troverei tra 27 anni ad aver pagato solo 69122 euro di interessi su 132000 di finanziato. Un bel vantaggio rispetto al mio destino con la rata variabile.
Peccato che il mio conto accessorio nel frattempo si è gonfiato a dismisura.
156,45 (differenza mensile tra le rate) x 12 = 1877,52
Ai 1877 euro differenza che ogni anno andrebbero ascritti a debito del conto accessorio, vanno applicati gli interessi del 5,50%.
La cosa geniale è che questi interessi vengono applicati a degli importi derivanti già da altri interessi applicati al finanziamento.
Al termine del pagamento del mutuo mi troverei debitore di ancora 112049,26 euro.
Poco meno di quello che avevo finanziato 27 anni prima!
La banca calcola che questo importo dovrà essere pagato in 391 rate (32 anni), secondo un piano d’ammortamento al tasso di interesse più vantaggioso tra quello del conto accessorio o un tasso fisso contrattualmente stabilito.
Questo vuol dire che mi ritroverei indebitato per altri 32 anni e che probabilmente sarebbero i miei figli a finire di pagare il mutuo per la mia prima casa!
Inoltre:
391 (rate previste) x 616,94 (importo della rata) = 241223,54
che se lo andiamo a sommare a quanto già pagato
201122,44 (capitale + interessi del mutuo) + 241223,54 (capitale + interessi del conto accessori) = 442345,98
Per finanziare 132000 euro tra 60 anni la banca avrà indietro quasi mezzo milione di euro!
Direi che è un gran colpo di un grande genio!
lunedì 15 settembre 2008
Il miracolo dei mutui rinegoziati
giovedì 28 agosto 2008
Revisionismo Siciliano
Sarà dovuto solo all'ignoranza e povertà morale delle amministrazioni?
A Capo d'Orlando il sindaco decide di cambiare il nome alla vecchia piazza Giuseppe Garibaldi perché scopre che costui era solo “un feroce assassino al servizio di massoneria e servizi inglesi“, e dopo aver abbattuto personalmente a martellate la vecchia targa commemorativa, la sostituisce con quelle ben più significativa in evocazione al 4 Luglio, in ricordo di una oscura battaglia del 1299 nel mare orlandino.
Il sindaco si è già reso protagonista di tante iniziative per promuovere la propria città, mettendo al servizio dei cittadini la propria immensa cultura, come per esempio avviare ricerche anagrafiche sull'origine orlandina dell'attrice australiana Megan Gale, oppure intitolare il nuovo lungomare a Ligabue (il cantante si intende!).
E ora Comiso, dove l'aeroporto dedicato a Pio la Torre, parlamentare del Partito Comunista ucciso dalla mafia nel 1982, viene rinominato in "Vincenzo Magliocco", generale dell'aeronautica Vincenzo Magliocco, caduto durante la guerra fascista di Etiopia nel 1936.
Il neo sindaco di Alleanza Nazionale Giuseppe Alfano si giustifica: "riteniamo più giusto conservare una denominazione che fa parte da più di mezzo secolo della memoria collettiva della città".
Memoria collettiva fascista che cancella la memoria nazionale anti-mafia.
In Sicilia.
Cosa sta succedendo?
martedì 26 febbraio 2008
Uno spreco della SIAE
Parlare di tutte le cose poco chiare nella struttura e organizzazione della S.I.A.E., richiederebbe moltissimo spazio e pazienza, inoltre sono quasi mosso a compassione perché mi sembra di sparare sulla Croce Rossa.
Per tali argomenti vi rimando all’ottima inchiesta del programma Report, la cui puntata è reperibile sul sito ufficiale.
Il dettaglio su cui volevo concentrare l’attenzione è uno di quelli che contraddistinguono la modernità tipicamente italiana di questo organo (privato), il cui compito è quello di monetizzare e distribuire del diritto d’autore.
In particolare, ogni semestre viene recapitato agli iscritti la documentazione contabile relativa alla liquidazione del semestre corrispondente dell’anno precedente.
Per ogni rendiconto (sezione musica) vengono recapitati un minimo di 20 fogli, stampati su un’unica facciata: uno spreco che risulta ancora più inutile se si pensa che buona parte di questi fogli contengono sempre le stesse informazioni ad ogni spedizione.
Inoltre nel caso di autori professionisti la piccola risma di fogli diventa facilmente un piccolo tomo.
Sfogliamo: la prima pagina è la presentazione dalla quale si evince che tra la data di spedizione e quella di ricezione è passato poco meno di un mese (complimenti!), poi abbiamo 12 pagine di Foglio Avvertenze della Ripartizione con vari schemi di ripartizione per ogni stato mondiale, documentazione sulle modalità, le denominazioni delle emittenti radiofoniche private nazionali e delle emittenti televisive; avvertenze sulle modalità di lettura del rendiconto, sugli obblighi fiscali e le modalità di pagamento dei diritti.
Ci sono poi almeno 7 pagine, se proprio hai realizzato poco o niente, con il rendiconto vero e proprio in cui vengono riportati nel dettaglio tutte le cifre riscosse per ogni opera.
Ora, non sarebbe più pratico ed ecologico produrre tutte queste informazioni on line e spedire al domicilio solo un paio di fogli con la situazione riassuntiva e l’invito a consultare il dettaglio nell’apposita area del sito internet?