lunedì 15 settembre 2008

Il miracolo dei mutui rinegoziati

Tremonti, il genio della finanza creativa, ne ha elaborata un’altra delle sue risolvendo il problema dei mutui che soffocano le famiglie e creando milioni di euro per le banche.
Applausi.
Si sta parlando ovviamente della possibilità di rinegoziare i mutui a tasso variabile, trasformandoli in tasso fisso in modo da mettersi in salvo dalla congiuntura economica negativa.
Il tasso fisso sarebbe determinato da una media dei tassi del 2006: un miracolo! La rata torna indietro di 2 anni.
Peccato che nessuno regala niente, tanto meno le banche, quindi la differenza tra la nuova rata fissa e quello che si sarebbe dovuto pagare con il vecchio mutuo viene poggiata su un conto accessorio che andrà di mese in mese aumentando o diminuendo di valore a seconda dell’andamento dei tassi di interesse.
Ovviamente anche all’importo depositato su questo conto viene applicato un tasso di interesse: mica si lavora gratis!
A fine mutuo ci si troverà a dover rimborsare anche questa differenza, con rate costanti di importo pari alla rata fissa determinata.
Facciamo un esempio reale preso dalla lettera informativa speditami dalla banca e ipotizziamo che i tassi rimangano come sono oggi, solo per rendere esemplificativo il calcolo.

Importo originario del mutuo: 132000
Finanziato in 30 anni a tasso variabile. Rate residue 326.
Tasso iniziale (novembre 2005): 3,10 %
Tasso attuale: 6,050%
Rata attuale: 773,4
Tasso medio del 2006: 3,825%
Rata fissa secondo la convenzione ABI-MEF: 616,94
Differenza tra rata originaria e rata fissa: 156,45

Vuol dire che se accettassi la proposta di Tremonti, ogni mese verrebbero messi a debito sul mio conto accessorio 156,45 euro.
Tasso del conto accessorio: IRS + 0,50%
Ad oggi 5,50%

Diciamo che accetto la proposta del ministro creativo.
326 (rate residue) x 616,94 (rata fissa) = 201122,44 (capitale + interessi pagati)
Mi troverei tra 27 anni ad aver pagato solo 69122 euro di interessi su 132000 di finanziato. Un bel vantaggio rispetto al mio destino con la rata variabile.
Peccato che il mio conto accessorio nel frattempo si è gonfiato a dismisura.
156,45 (differenza mensile tra le rate) x 12 = 1877,52

Ai 1877 euro differenza che ogni anno andrebbero ascritti a debito del conto accessorio, vanno applicati gli interessi del 5,50%.
La cosa geniale è che questi interessi vengono applicati a degli importi derivanti già da altri interessi applicati al finanziamento.
Al termine del pagamento del mutuo mi troverei debitore di ancora 112049,26 euro.
Poco meno di quello che avevo finanziato 27 anni prima!
La banca calcola che questo importo dovrà essere pagato in 391 rate (32 anni), secondo un piano d’ammortamento al tasso di interesse più vantaggioso tra quello del conto accessorio o un tasso fisso contrattualmente stabilito.
Questo vuol dire che mi ritroverei indebitato per altri 32 anni e che probabilmente sarebbero i miei figli a finire di pagare il mutuo per la mia prima casa!
Inoltre:
391 (rate previste) x 616,94 (importo della rata) = 241223,54

che se lo andiamo a sommare a quanto già pagato

201122,44 (capitale + interessi del mutuo) + 241223,54 (capitale + interessi del conto accessori) = 442345,98

Per finanziare 132000 euro tra 60 anni la banca avrà indietro quasi mezzo milione di euro!
Direi che è un gran colpo di un grande genio!