lunedì 20 ottobre 2008

Stanno Arrivando... o sono già arrivati?


Gli scivoloni borsistici degli ultimi giorni hanno creato tante ghiotte occasioni per chi ha molti soldi da far fruttare.
Che si prepari una nuova colonizzazione economica che caratterizzerà gli anni futuri?

I libici puntano anche al 2% dell'Eni
"La quota di capitale Eni di cui sono in possesso i fondi sovrani libici, che in questo momento si aggira sullo 0,7%, dovrebbe essere aumentata nei prossimi giorni fino a sfiorare il 2%, la soglia che fa scattare l'obbligo della comunicazione alla Consob. A questo livello di partecipazione, osserva una fonte, in base allo statuto dell'Eni, un'azionista ha il diritto di sottoporre al voto dell'assemblea una lista di amministratori."

UniCredit: giovedì i libici incontrano i soci italiani
"I banchieri del colonnello Gheddafi che hanno pilotato l'ingresso di Banca centrale libica, Lybian Investment Authority e Lybian Foreign Bank in UniCredit sono attesi a Milano giovedì [...] La richiesta di un posto in consiglio sarà uno dei temi in discussione durante la cena [...] i libici vorrebbero che nel Cda dell'istituto di credito fosse cooptato nel ruolo di vicepresidente il governatore della loro banca centrale."

Fondi sovrani, Frattini strappa una promessa agli emiri
"Il fondo sovrano di Abu Dhabi, Adia (Abu Dhabi Investment Authority), è pronto a investire sull'economia italiana. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha incontrato oggi nella capitale degli Emirati i vertici del maggiore fondo sovrano del mondo, dai quali ha avuto la rassicurazione che l'Italia è entrata (da poco) nella sfera di interesse dell'organismo statale del paese del Golfo dove confluisce buona parte del surplus petrolifero destinato ad essere investito nel mondo (ad oggi può contare su un patrimonio di quasi 900 miliardi di dollari).
[...]
Frattini ha annunciato che a breve una delegazione di Adia verrà in Italia per incontrare il Comitato strategico per l'interesse nazionale in economia, la task force di 12 esperti costituita da pochi giorni dai ministeri degli Esteri e dell'Economia per attrarre gli investimenti di Paesi amici (non si può dire altrettanto di Singapore, con il fondo Temasek, e Cina) e cercare per quanto possibile di tenere alla larga quelli sgraditi, specie in settori sensibili, come l'energia, la difesa e le telecomunicazioni."

Sembra tanto un inizio di colonizzazione economica, il mercato sta cambiando baricentro e il governo non ha la forza economica per reagire, così prova a scegliere gli amici, come sei in economia ce ne fossero, e Frattini strappa una promessa:

"In ogni caso saranno privilegiati e favoriti quei fondi sovrani che assicurano condizioni di trasparenza e che vogliono entrare con quote di minoranza, come ha assicurato Adia, che - come si diceva - ad oggi in Italia ha solo il 2 per cento di Mediaset, e non intende salire mai sopra la soglia del 5 per cento, come ha fatto in Citicorp."

Frattini "Non possiamo impedirvi più di tanto di entrare in tutte le nostre aziende strategiche, ma per favore compratele solo poco-poco, vi prego!"
Sceicco: "Certo, Franco, stai tranquillo! Parola di speculatore!"

lunedì 15 settembre 2008

Il miracolo dei mutui rinegoziati

Tremonti, il genio della finanza creativa, ne ha elaborata un’altra delle sue risolvendo il problema dei mutui che soffocano le famiglie e creando milioni di euro per le banche.
Applausi.
Si sta parlando ovviamente della possibilità di rinegoziare i mutui a tasso variabile, trasformandoli in tasso fisso in modo da mettersi in salvo dalla congiuntura economica negativa.
Il tasso fisso sarebbe determinato da una media dei tassi del 2006: un miracolo! La rata torna indietro di 2 anni.
Peccato che nessuno regala niente, tanto meno le banche, quindi la differenza tra la nuova rata fissa e quello che si sarebbe dovuto pagare con il vecchio mutuo viene poggiata su un conto accessorio che andrà di mese in mese aumentando o diminuendo di valore a seconda dell’andamento dei tassi di interesse.
Ovviamente anche all’importo depositato su questo conto viene applicato un tasso di interesse: mica si lavora gratis!
A fine mutuo ci si troverà a dover rimborsare anche questa differenza, con rate costanti di importo pari alla rata fissa determinata.
Facciamo un esempio reale preso dalla lettera informativa speditami dalla banca e ipotizziamo che i tassi rimangano come sono oggi, solo per rendere esemplificativo il calcolo.

Importo originario del mutuo: 132000
Finanziato in 30 anni a tasso variabile. Rate residue 326.
Tasso iniziale (novembre 2005): 3,10 %
Tasso attuale: 6,050%
Rata attuale: 773,4
Tasso medio del 2006: 3,825%
Rata fissa secondo la convenzione ABI-MEF: 616,94
Differenza tra rata originaria e rata fissa: 156,45

Vuol dire che se accettassi la proposta di Tremonti, ogni mese verrebbero messi a debito sul mio conto accessorio 156,45 euro.
Tasso del conto accessorio: IRS + 0,50%
Ad oggi 5,50%

Diciamo che accetto la proposta del ministro creativo.
326 (rate residue) x 616,94 (rata fissa) = 201122,44 (capitale + interessi pagati)
Mi troverei tra 27 anni ad aver pagato solo 69122 euro di interessi su 132000 di finanziato. Un bel vantaggio rispetto al mio destino con la rata variabile.
Peccato che il mio conto accessorio nel frattempo si è gonfiato a dismisura.
156,45 (differenza mensile tra le rate) x 12 = 1877,52

Ai 1877 euro differenza che ogni anno andrebbero ascritti a debito del conto accessorio, vanno applicati gli interessi del 5,50%.
La cosa geniale è che questi interessi vengono applicati a degli importi derivanti già da altri interessi applicati al finanziamento.
Al termine del pagamento del mutuo mi troverei debitore di ancora 112049,26 euro.
Poco meno di quello che avevo finanziato 27 anni prima!
La banca calcola che questo importo dovrà essere pagato in 391 rate (32 anni), secondo un piano d’ammortamento al tasso di interesse più vantaggioso tra quello del conto accessorio o un tasso fisso contrattualmente stabilito.
Questo vuol dire che mi ritroverei indebitato per altri 32 anni e che probabilmente sarebbero i miei figli a finire di pagare il mutuo per la mia prima casa!
Inoltre:
391 (rate previste) x 616,94 (importo della rata) = 241223,54

che se lo andiamo a sommare a quanto già pagato

201122,44 (capitale + interessi del mutuo) + 241223,54 (capitale + interessi del conto accessori) = 442345,98

Per finanziare 132000 euro tra 60 anni la banca avrà indietro quasi mezzo milione di euro!
Direi che è un gran colpo di un grande genio!

giovedì 28 agosto 2008

Revisionismo Siciliano

In Sicilia sta succedendo qualcosa. Sembra che da parte di alcune dirigenze si voglia generare una sorta di movimento al revisionismo storico che non so bene dove voglia condurre.
Sarà dovuto solo all'ignoranza e povertà morale delle amministrazioni?
A Capo d'Orlando il sindaco decide di cambiare il nome alla vecchia piazza Giuseppe Garibaldi perché scopre che costui era solo “un feroce assassino al servizio di massoneria e servizi inglesi“, e dopo aver abbattuto personalmente a martellate la vecchia targa commemorativa, la sostituisce con quelle ben più significativa in evocazione al 4 Luglio, in ricordo di una oscura battaglia del 1299 nel mare orlandino.
Il sindaco si è già reso protagonista di tante iniziative per promuovere la propria città, mettendo al servizio dei cittadini la propria immensa cultura, come per esempio avviare ricerche anagrafiche sull'origine orlandina dell'attrice australiana Megan Gale, oppure intitolare il nuovo lungomare a Ligabue (il cantante si intende!).
E ora Comiso, dove l'aeroporto dedicato a Pio la Torre, parlamentare del Partito Comunista ucciso dalla mafia nel 1982, viene rinominato in "Vincenzo Magliocco", generale dell'aeronautica Vincenzo Magliocco, caduto durante la guerra fascista di Etiopia nel 1936.
Il neo sindaco di Alleanza Nazionale Giuseppe Alfano si giustifica: "riteniamo più giusto conservare una denominazione che fa parte da più di mezzo secolo della memoria collettiva della città".
Memoria collettiva fascista che cancella la memoria nazionale anti-mafia.
In Sicilia.
Cosa sta succedendo?

venerdì 22 agosto 2008

Un'estate serena con la regione Lombardia

di Mrs B.

In comune mi sono imbattuta in un piccolo opuscolo informativo promulgato dalla Regione Lombardia. Il titolo fa subito pensare ad una serie d’informazioni riassuntive sul cosa fare in caso d’afa e malori. La prima impressione è confermata aprendolo e se ne possono trarre delle curiose e alquanto interessanti conclusioni che, sono certa, non saranno sfuggite all’attento esame di chi ha avuto il compito di approvarlo e farlo diffondere.
Nella breve introduzione si avverte il lettore che trattasi di “… uno strumento utile a combattere il caldo estivo. Una serie di consigli pratici per affrontare questa emergenza e i rischi che ne derivano…” poi si specificano le categorie a rischio e più in basso si tiene a sottolineare che il caldo è un pericolo “quando la temperatura esterna supera i 32-35 gradi”. Percui se siete in casa e il vostro termometro ne segna quaranta di gradi non dovete preoccuparvi.
Le informazioni che seguono sono suddivise per possibili disturbi causati dalla calura, ognuno dei quali è scrupolosamente seguito da una serie di “Cosa fare” e “Cosa non fare”. Scorro con attenzione i sintomi di un edema da calore, segue un titolo verde “Cosa fare” con relative istruzioni e a piè pagina leggo, bellamente scritti in rosso titolo ed elenco delle azioni sconsigliate, “Cosa NON fare: NON bere alcolici”. Ora, vero è che trattasi di un elenco, ma il susseguirsi di due negazioni produce notoriamente un’affermazione, sicché deduco che chi scrive invita i lettori a proteggersi dagli edemi da calore ingurgitando una quantità a piacimento di alcolici vari.
Anche il colpo di sole è un pericoloso nemico, percui si chiede ai soccorritori di domandare assistenza medica. Si suggerisce poi di somministrare “acqua fresca, anche con aggiunta di sali minerali” e questo nell’ovvio caso in cui essi abbiano a portata di mano solo l’acqua deionizzata per la stiratura o l’acqua piovana raccolta per il loro bonsai. Segue ancora l’elenco dei “Cosa NON fare” e dei suoi NON “… NON somministrare alcuna bevanda se c’è perdita di coscienza”. Da quest’ultima affermazione traggo che non bisogna evitare di bere sia mentre si è incoscienti sia dopo.
Per il colpo di calore si suggerisce ugualmente di chiedere assistenza medica e s’invita il soccorritore a “Portare la persona in un posto fresco e ventilato con le gambe sollevate rispetto al corpo (se pallido) o in posizione semiseduta (se rosso in viso)” da cui desumo ch’egli, dopo aver attentamente esaminato allo specchio il proprio viso, potrà scegliere: se pallido condurrà la persona al fresco stando con le gambe sollevate rispetto al corpo e se rosso lo farà restando semiseduto, oppure se pallido porterà la vittima al fresco tenendola con le gambe sollevate rispetto al corpo e se rosso la trasporterà semiseduta. Inoltre, per la vostra salute, chicchessia vi dovrà “Liberare […] dagli indumenti”.
Dopo i crampi muscolari e il collasso da calore seguono una serie di suggerimenti per la dieta stagionale, le “10 regole d’oro per affrontare il caldo estivo” e due numeri verdi per le emergenze.

Noi si ringrazia la Regione Lombardia per la sua cura della salute pubblica.

mercoledì 30 luglio 2008

Italia fuori dal mercato dei satelliti


A sottolineare il declino italiano ecco una notizia di oggi riportata da Repubblica.it: l'Italia esce dal mercato ricco e promettente dei satelliti commerciali, tra gli uomini autori della disfatta troviamo un volto familiare.
Si parla di satelliti "che sono in grado di trasferire miliardi i segnali televisivi e che si stanno attrezzando anche per trasmettere dati Internet", quindi è facile capire l'importanza del settore rispetto a, che so, il satellitare terrestre. "Un mercato che cresce in modo esponenziale, che già presenta un giro d'affari di 8,5 miliardi di dollari e che interessa 75 milioni di consumatori.
[...]al satellite non ha rinunciato nessuno, anche i paesi minori. Motivi strategici o altro. Così la società turca, Turksat, ha due satelliti geostazionari in orbita, la Spagna ha la sua Hispasat con sei satelliti, la Svezia, la Norvegia, l'Olanda e l'Egitto non sono da meno. Senza contare arabi, cinesi e brasiliani. Tutti hanno il proprio satellite."
Scorrendo l'articolo si portano alla memoria giorni in cui l'Italia era uno dei punti di eccellenza dell'Europa, non in tempi troppo remoti: "Un po' come accade per il Moplen di Giulio Natta, gli esordi del nucleare e i prototipi dei computer, anche con il satellite fummo i primi in Europa: era il 1964 e il gruppo creato all'Università di Roma da Luigi Broglio sparò nello spazio il San Marco 1, prima c'erano riusciti solo russi e americani."
Ma questo business per qualcuno forse non appariva strategico, e così si scopre che "quando la Stet fu trasformata in Telecom e passò nelle mani di Tronchetti Provera la storia dei satelliti italiani arrivò al capolinea: nel 2001 il 20,4 per cento di Eutelsat - attualmente di proprietà franco-iberica - fu venduto alla Lehman Brother. Ed oggi nessun capitale italiano sta nel business di "quota 36 mila" ".
Applausi per M.T.P.

giovedì 10 luglio 2008

Agenzia delle Entrate ottimizzata!

Pare che i dirigenti dell'Agenzia delle Entrate siano assai più intelligenti di quelli delle Poste (vedi precedente post).
Se doveste recarvi in un ufficio dell'AdE, l’impresa potrebbe essere assai più semplice del pagamento di un bollettino postale: dal sito (www.agenziaentrate.it) è possibile prenotare un appuntamento in modo facile e veloce, scegliendo il motivo della "visita", l'agenzia territoriale e l'orario che si preferisce.
Al termine della procedura viene inviata una mail di conferma con i dettagli della prenotazione e i vari codici di riferimento.
È questo il modo per evitare estenuanti ingorghi agli uffici: vanno incentivati gli strumenti di dislocazione, l'esempio non è molto distante, imparate dirigenti!

mercoledì 9 luglio 2008

Postepay non ci sei!

Le poste italiane hanno creato ormai da tempo un metodo di pagamento molto comodo, utilizzato con piacere soprattutto dai giovani: PostePay, una carta di pagamento ricaricabile.
Ma proviamo a fare un versamento su una PostePay altrui: se non si ha un conto Banco Posta ci si può recare in un qualsiasi ufficio postale, compilare l’apposito modulo e pagare IN CONTANTI.
In questo caso si paga 1 euro di commissione.
C'è l'alternativa dell'utilizzo del PostaMat, in questo caso la commissione è di 3 euro (!!) e, per qualche misterioso motivo, si possono usare solo carte abilitate al circuito internazionale.
Ora immaginate che genere di menti popolino la classe dirigente delle nostre poste: invece di incentivare i pagamenti on line o attraverso terminali bancomat e PostaMat e svuotare così gli uffici postali, che fanno?
Rendono impossibili le operazioni on line o le gravano di commissioni stratosferiche rispetto a quelle agli sportelli.
Lo stesso discorso avviene per i bollettini postali: se si vuole pagare una bolletta on line con carta di credito e non si è titolari di un conto Banco Posta o di una PostePay, si dovrà spendere in commissioni fino al 2% dell'importo!
Un'ultima notazione: al termine dell'operazione di accredito il PostaMat rilascia uno scontrino in cui c'è specificato il numero di terminale, dell'operazione, della carta di credito utilizzata (parzialmente criptato) e l'importo: peccato che manchi il numero di carta PostePay ricaricato!
Personalmente dico che come servizio lascia fortemente a desiderare!

mercoledì 2 aprile 2008

La storiella di Mastella

Un omone chiamato clemete, dopo varie vicissitudini, diventa Ministro della Giustizia; ma un giudice brutto e cattivo e dal nome altisonante, De Magistris, lavora su un'indagine in cui salta fuori proprio il nome di quel Clemente.


Il Ministro, forte del suo potere, ottiene il trasferimento di De Magistris con la scusa di PRESUNTE irregolarità nella conduzione delle sue inchieste, il fascicolo va in mano ad un giudice a caso e la posizione del ministro Clemente viene archiviata.
Ma purtroppo tutta questa vicenda aveva danneggiato l'immagine del nostro e lo aveva costretto al ritiro dalla politica, così dopo questa notizia egli pensò bene di annunciare che avrebbe chiesto anche un congruo risarcimento.

martedì 1 aprile 2008

Le ultime marachelle di Silvietto

Copione: il candidato alla poltrone di Presidente del Consiglio ne spara una grossa delle sue nello studio del primo telegiornale nazionale, davanti al suo direttore. Questi non verifica e non corregge la notizia con il risultato che gli italiani penseranno che Silvietto abbia detto la verità.


Contenuto EXTRA: La gerontocrazia al potere

Candidati Porcellum

L’allegro ex ministro Calderoli ha definito la legge elettorale da lui co-firmata “una porcata”, ridacchiando come Ollio in un siparietto con Stanlio.

Grazie a lui e ai suoi compari non potremo scegliere chi andrà il parlamento ma lo sceglieranno le segreterie dei partiti.
Così immaginiamo un elettore cattolico che decida di seguire le indicazioni del suo parroco e votare UDC: si troverà a favorire l’ascesa non solo del retto Pier Ferdinando Casini, ma anche di uno stuolo di persone non esattamente raccomandabili.
Sintetiziamo quanto possiamo apprendere dall’articolo di Peter Gomez uscito per L’Espresso riguardo alle vicinanze ad ambienti mafiosi dei candidati alle prossime elezioni.

Salvatore Cintola (UDC) : iscritto per ben quattro volte nel giro di 15 anni sul registro degli indagati, un uomo che Giovanni Brusca - il capomafia killer del giudice Giovanni Falcone - considerava "un amico personale", ha militato in Sicilia Libera, un movimento indipendentista creato nel '93 per volere del boss Luchino Bagarella, passato alla corte di Totò Cuffaro diventando deputato regionale sull'onda di migliaia di preferenze (17.028 nel 2006).

Francesco Saverio Romano (UDC): tutt'ora indagato per concorso esterno;

Calogero Mannino (UDC): imputato davanti alla corte d'appello di Palermo;

Giusy Savarino (UDC): secondo i giudici del processo 'Alta Mafia', dalle intercettazioni e dai verbali emerge come nel 2001 lo scontro sulla sua candidatura alle regionali tra suo padre, Armado Savarino, e l'ex assessore Udc, Salvatore Lo Giudice, poi condannato a 16 anni di reclusione, sia stato risolto dalla mediazione del boss di Canicattì, Calogero Di Caro.

Pino Firrarello (PDL): condannato in primo grado per turbativa d'asta aggravata e ora sotto inchiesta per concorso esterno.

Antonio D'Alì (PDL): ex datore di lavoro del superlatitante Matteo Messina Denaro, e oggi accusato dall'ex prefetto di Trapani di aver voluto il suo trasferimento per fare un piacere a Cosa nostra (sulla vicenda è in corso un'indagine e un processo per diffamazione).

Gabriella Giammanco (PDL) : ex aspirante velina, volto giovane del Tg4, ma soprattutto nipote di Vincenzo Giammanco, definitivamente condannato come socio e prestanome di Bernardo Provenzano.

Gaspare Giudice (PDL) : assolto in primo grado dalle accuse di mafia con una sentenza in cui il tribunale sostiene di aver però "verificato con assoluta certezza" l'appoggio datogli da Cosa nostra nel 1996 e "con grandissima probabilità" anche nel 2001.

Renato Schifani (PDL) : negli anni '80 a lungo socio della Siculabrokers, una compagnia in cui figuravano anche Nino Mandalà, futuro boss di Villabate, e Benny d'Agostino, imprenditore legato per sua ammissione al celebre capo di tutti i capi, Michele Greco.

Bartolo Cipriano (PD): ex sindaco e poi consigliere del comune messinese di Terme Vigliatore, sciolto per mafia nel 2005.

Maria Grazia Laganà (PD) : vedova di Francesco Fortugno, vice-presidente della regione ucciso dai clan, sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato nell'ambito delle indagini sulle infiltrazioni mafiose alla Asl di Locri.

Franco Iona (PDL) : cugino primo del boss Guirino Iona, capo dell'omonima cosca crotonese ora in carcere dopo anni di latitanza, ribadisce però di essere incensurato.

Gaetano Rao (PDL) : nipote di don Peppino Pesce, vecchio boss dell'omonima e potentissima cosca di Rosarno.

Pasquale Scaramuzzino (PDL) : ex sindaco di Lamezia Terme, un comune sciolto nel 2002 dal governo per mafia in seguito a una sua battaglia, e Giuseppe 'Pino' Galati, allora leader del Ccd: un partito che l'attaccava a tutto spiano.

Sergio De Gregorio (PDL) : indagato per riciclaggio dopo che sono stati scoperti suoi assegni in mano a Rocco Cafiero detto ''o capriariello', un contrabbandiere considerato organico al clan Nuvoletta.

Mario Landolfi (PDL) : costretto a fronteggiare l'accusa di essere stato appoggiato nel 2006 da un manipolo di camorristi.

Nicola Cosentino (PDL) : uno dei suoi fratelli ha sposato la sorella del boss Peppe Russo, detto 'o padrino'.

Luigi Vallone (UDC) : nipote di un uomo politico in rapporti con Cosa nostra, a lungo pedinato dai carabinieri nella speranza di catturare Bernardo Provenzano.

Rudy Maira (UDC) : processato e assolto per concorso esterno, dopo che il tribunale aveva derubricato le accuse in voto di scambio semplice e dichiarato il reato prescritto.

Nino Dino (UDC) : indicato dal pentito Nino Giuffrè come uno dei mediatori tra Provenzano e la politica regionale.

Pier Fardinando Casini, a nome di tutti i capi partito, risponde: "non è giusto che le liste le faccia la magistratura".