lunedì 17 marzo 2008

Mutui Subprime

Si è parlato molto della crisi dei mutui subprime che ha colpito gli U.S.A., ma probabilmente non tutti sanno davvero di cosa si tratta.
Credo sia interessante fare luce su questo argomento, aiutandoci con wikipedia:

“I subprime, o "B-Paper", "near-prime" o "second chance" sono quei prestiti che vengono concessi ad un soggetto che non può accedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto problemi pregressi nella sua storia di debitore. I prestiti subprime sono rischiosi sia per i creditori sia per i debitori, vista la pericolosa combinazione di alti tassi di interesse, cattiva storia creditizia e situazioni finanziarie poco chiare, associate a coloro che hanno accesso a questo tipo di credito.”

Lo scenario è abbastanza chiaro: coloro che per qualsiasi motivo hanno la fedina creditizia non troppo pulita hanno comunque bisogno di credito, così determinati istituti accettano il rischio di prestare loro soldi ma a condizioni decisamente più onerose per il debitore.La regola generale è che ad un determinato rischio deve essere associato un premio adeguato.
In questo caso il rischio è costituito da un debitore inaffidabile, molto spesso con alle spalle difficili problemi legali o personali.
Ci sono diversi strumenti che sono definibili come subprime per esempio mutui, prestiti, ma anche carte di credito.
I mutui subprime hanno una diffusione più ampia di quanto si creda (negli stati uniti si attesta sul 21%).

“Parte delle potenziali sofferenze sono state ribaltate in crediti cartolari, obbligazioni "garantite" da mutui subprime ad alto rischio di insolvenza che gli istituti di credito hanno venduto ai risparmiatori, o collocato direttamente nel portafogli dei loro fondi di investimento. “

In pratica gli istituti di credito si sono inventati un sistema geniale per evitare sobbarcarsi il rischio di questi rischiosi mutui: li convertono in obbligazioni.
Con le obbligazioni l’investitore compra una quota di debito a fronte di un pagamento periodico di interessi e, alla scadenza, del capitale.
Peccato che in effetti, né il capitale né gli interessi di queste obbligazioni, sono garantite perché si rischia facilmente l’insolvenza dei debitori subprime.Queste obbligazioni poi sono anche inserite, più o meno silenziosamente, in fondi di investimento liberamente scambiati nel mercato.

La situazione è precipitata con l’aumento dei tassi di interesse, da parte delle banche centrali, e la diminuzione del valore delle case: sempre più debitori non sono stati in grado di pagare e le banche non erano nemmeno in grado di rivalersi appieno su ipoteche spesso gonfiate.Le obbligazioni collegate a questi mutui, di conseguenza, erano carta straccia.

“Gli osservatori della crisi hanno evocato precise responsabilità. Molti hanno sottolineato le pratiche predatorie dei prestatori subprime e la mancanza di una effettiva supervisione da parte delle autorità governative. Altri hanno accusato i promotori finanziari di aver indirizzato i debitori verso prestiti che non potevano soddisfare, hanno accusato i periti di aver gonfiato artificialmente le valutazioni degli immobili, e hanno tacciato gli investitori di Wall Street di aver scommesso sui titoli che incorporavano mutui subprime senza aver verificato l'effettiva solvibilità dei prestiti sottostanti.”

Il problema dei mutui va però al di là del caso dei subprime, perché il continuo aumento dei tassi di interesse negli ultimi anni ha condotto diverse famiglie a situazioni economiche drammatiche anche in Italia. Famiglie che avevano confidato in mutui a tasso variabile, fortemente consigliate dalle banche grazie ai tassi eccezionalmente bassi e che ora si trovano a pagare rate raddoppiate rispetto a tre anni fa.

“il debito pro-capite supera i 30 000 euro l'anno e nel 2007, a fronte di 3 500 000 famiglie titolari di un mutuo, i casi di insolvenza superavano quota 500 000, con altrettante procedure avviate di pignoramento.“

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