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venerdì 22 agosto 2008

Un'estate serena con la regione Lombardia

di Mrs B.

In comune mi sono imbattuta in un piccolo opuscolo informativo promulgato dalla Regione Lombardia. Il titolo fa subito pensare ad una serie d’informazioni riassuntive sul cosa fare in caso d’afa e malori. La prima impressione è confermata aprendolo e se ne possono trarre delle curiose e alquanto interessanti conclusioni che, sono certa, non saranno sfuggite all’attento esame di chi ha avuto il compito di approvarlo e farlo diffondere.
Nella breve introduzione si avverte il lettore che trattasi di “… uno strumento utile a combattere il caldo estivo. Una serie di consigli pratici per affrontare questa emergenza e i rischi che ne derivano…” poi si specificano le categorie a rischio e più in basso si tiene a sottolineare che il caldo è un pericolo “quando la temperatura esterna supera i 32-35 gradi”. Percui se siete in casa e il vostro termometro ne segna quaranta di gradi non dovete preoccuparvi.
Le informazioni che seguono sono suddivise per possibili disturbi causati dalla calura, ognuno dei quali è scrupolosamente seguito da una serie di “Cosa fare” e “Cosa non fare”. Scorro con attenzione i sintomi di un edema da calore, segue un titolo verde “Cosa fare” con relative istruzioni e a piè pagina leggo, bellamente scritti in rosso titolo ed elenco delle azioni sconsigliate, “Cosa NON fare: NON bere alcolici”. Ora, vero è che trattasi di un elenco, ma il susseguirsi di due negazioni produce notoriamente un’affermazione, sicché deduco che chi scrive invita i lettori a proteggersi dagli edemi da calore ingurgitando una quantità a piacimento di alcolici vari.
Anche il colpo di sole è un pericoloso nemico, percui si chiede ai soccorritori di domandare assistenza medica. Si suggerisce poi di somministrare “acqua fresca, anche con aggiunta di sali minerali” e questo nell’ovvio caso in cui essi abbiano a portata di mano solo l’acqua deionizzata per la stiratura o l’acqua piovana raccolta per il loro bonsai. Segue ancora l’elenco dei “Cosa NON fare” e dei suoi NON “… NON somministrare alcuna bevanda se c’è perdita di coscienza”. Da quest’ultima affermazione traggo che non bisogna evitare di bere sia mentre si è incoscienti sia dopo.
Per il colpo di calore si suggerisce ugualmente di chiedere assistenza medica e s’invita il soccorritore a “Portare la persona in un posto fresco e ventilato con le gambe sollevate rispetto al corpo (se pallido) o in posizione semiseduta (se rosso in viso)” da cui desumo ch’egli, dopo aver attentamente esaminato allo specchio il proprio viso, potrà scegliere: se pallido condurrà la persona al fresco stando con le gambe sollevate rispetto al corpo e se rosso lo farà restando semiseduto, oppure se pallido porterà la vittima al fresco tenendola con le gambe sollevate rispetto al corpo e se rosso la trasporterà semiseduta. Inoltre, per la vostra salute, chicchessia vi dovrà “Liberare […] dagli indumenti”.
Dopo i crampi muscolari e il collasso da calore seguono una serie di suggerimenti per la dieta stagionale, le “10 regole d’oro per affrontare il caldo estivo” e due numeri verdi per le emergenze.

Noi si ringrazia la Regione Lombardia per la sua cura della salute pubblica.

giovedì 10 luglio 2008

Agenzia delle Entrate ottimizzata!

Pare che i dirigenti dell'Agenzia delle Entrate siano assai più intelligenti di quelli delle Poste (vedi precedente post).
Se doveste recarvi in un ufficio dell'AdE, l’impresa potrebbe essere assai più semplice del pagamento di un bollettino postale: dal sito (www.agenziaentrate.it) è possibile prenotare un appuntamento in modo facile e veloce, scegliendo il motivo della "visita", l'agenzia territoriale e l'orario che si preferisce.
Al termine della procedura viene inviata una mail di conferma con i dettagli della prenotazione e i vari codici di riferimento.
È questo il modo per evitare estenuanti ingorghi agli uffici: vanno incentivati gli strumenti di dislocazione, l'esempio non è molto distante, imparate dirigenti!

mercoledì 9 luglio 2008

Postepay non ci sei!

Le poste italiane hanno creato ormai da tempo un metodo di pagamento molto comodo, utilizzato con piacere soprattutto dai giovani: PostePay, una carta di pagamento ricaricabile.
Ma proviamo a fare un versamento su una PostePay altrui: se non si ha un conto Banco Posta ci si può recare in un qualsiasi ufficio postale, compilare l’apposito modulo e pagare IN CONTANTI.
In questo caso si paga 1 euro di commissione.
C'è l'alternativa dell'utilizzo del PostaMat, in questo caso la commissione è di 3 euro (!!) e, per qualche misterioso motivo, si possono usare solo carte abilitate al circuito internazionale.
Ora immaginate che genere di menti popolino la classe dirigente delle nostre poste: invece di incentivare i pagamenti on line o attraverso terminali bancomat e PostaMat e svuotare così gli uffici postali, che fanno?
Rendono impossibili le operazioni on line o le gravano di commissioni stratosferiche rispetto a quelle agli sportelli.
Lo stesso discorso avviene per i bollettini postali: se si vuole pagare una bolletta on line con carta di credito e non si è titolari di un conto Banco Posta o di una PostePay, si dovrà spendere in commissioni fino al 2% dell'importo!
Un'ultima notazione: al termine dell'operazione di accredito il PostaMat rilascia uno scontrino in cui c'è specificato il numero di terminale, dell'operazione, della carta di credito utilizzata (parzialmente criptato) e l'importo: peccato che manchi il numero di carta PostePay ricaricato!
Personalmente dico che come servizio lascia fortemente a desiderare!