Le elezioni siciliane sono sempre un momento delicato non solo per l'isola, ma per l'Italia tutta.
Si mettono in gioco i grandi interessi di Cosa Nostra: la persona che si aggiudica la presidenza della regione potrà rendere la vita difficile alla Mafia oppure continuare a farle fare affari miliardari; perché ricordiamoci che stiamo parlando di una organizzazione illegale ma pur sempre "imprenditoriale", il cui scopo principale è quello di fare affari.
Per queste ragioni una preoccupazione precipua della mafia è sempre stata quella di insinuarsi nella politica con alleanze e appoggi.
Totò "vasa-vasa" Cuffaro (Udc), ultimo Presidente della Regione Sicilia, è stato recentemente condannato a 5 anni di reclusione per favoreggiamento (avrebbe tenuto aggiornate diverse personalità mafiose riguardo a indagini segrete su di loro): malgrado abbia ricevuto la solidarietà di buona parte del mondo politico (?!), non si può certo dire che sia un esempio della figura pulita che si auspicare di avere alla guida della Sicilia.
La destra berlusconiana questa volta avrà deciso di voltare pagina e appoggiare un candidato contro cui non si possano fare speculazioni o allusioni?
Il PDL ha deciso di appoggiare il Movimento per l'autonomia (Mpa) e la candidatura del suo leader Raffaele Lombardo.
Leggiamo qua e là qualche dettaglio sull'aspirante Presidente con l'aiuto di Wikipedia:
"Laureato in medicina e chirurgia, partecipa alla fine degli anni settanta alla gioventù DC catanese e con la Dc farà carriera all'ombra di Calogero Mannino."
Ah la DC! Il partito di Vito Ciancimino, in Sicilia non è che ha mai fatto una gran figura.
Il Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa disse: "La DC a Palermo vive con l'espressione peggiore del suo attivismo mafioso, oltre che politico."
E poi Mannino, dal 1995 in ballo con processi per mafia, maestro suo e di Cuffaro negli anni '80.
Ma continuiamo a leggere...
"Nel 1991 diviene assessore regionale agli Enti Locali.Ebbe delle vicissitudini nell'epoca di Tangentopoli, iniziate nel 1992 con un arresto per abuso d'ufficio, e dopo essere stato condannato in primo grado, assolto in appello dallo scandalo giudiziario."
Qua non si può dire niente, è stato assolto...
"Il 23 luglio del 1994 fu coinvolto e ancora arrestato (stavolta per corruzione) per lo scandalo di un appalto da 48 miliardi di lire per i pasti all'ospedale Vittorio Emanuele di Catania: secondo l'accusa, [...] avrebbe garantito l'appalto all'azienda dell'ex presidente dell'Inter Ernesto Pellegrini, in cambio di una corposa tangente di 5 miliardi di lire.[...]
Il 17 marzo del 2000 Pellegrini patteggia ammettendo di avere versato la tangente ad alcuni politici, tra cui Lombardo, ma i giudici finirono per considerare quel denaro solo un regalo: il reato venne derubricato a finanziamento illecito ai partiti, reato che per gli imputati risultava ormai prescritto."
Ma tu guarda, un regalo!
Bisogna sempre stare attenti alla differenza tra assolto e prescritto: in questo caso Pellegrini ha confessato di aver pagato il nostro Lombardo, peccato che ormai si era fuori tempo massimo...
"Lombardo torna in politica e diventa europarlamentare nel 1999 per il Centro Cristiano Democratico. "
Insomma, che sia cristiano non c'è dubbio...
…e anche caparbio, non si arrende davanti alle difficoltà e torna in politica!
"Alle elezioni politiche del 2006, si allea con la Lega Nord di Umberto Bossi, sancendo il Patto per le Autonomie, che si schiera con la Cdl e Silvio Berlusconi, che nel programma di governo recepisce i punti programmatici per lo sviluppo del Sud del Paese. Ottiene sei deputati e un senatore."
"È stato eletto presidente della provincia di Catania nel turno elettorale del 2003, raccogliendo il 64,9% dei voti.[…] Nel novembre 2006 da una rilevazione del Sole 24 ore è risultato il Presidente di Provincia con il più alto indice di gradimento dei cittadini in Italia."
A sentire i sondaggi la gente lo ama.
Peter Gomez scrive su di lui:
"La potenza elettorale di Lombardo, [...] si basa infatti sulle prebende che gli enti regionali, provinciali e comunali, più le società da loro controllate o partecipate, riescono ad elargire. Per raccogliere voti Lombardo garantisce posti di lavoro e poltrone."
Ecco perchè sembra che lo adorino!
Ma...
"Dal punto di vista elettorale questo modus operandi paga: alle ultime regionali l'Mpa ha incassato in Sicilia il 13 per cento dei voti. Il problema è che il giochetto ha il fiato corto. Proprio a Catania, per esempio, la disastrosa amministrazione del medico personale di Berlusconi, il sindaco Umberto Scapagnini, ha lasciato vuote le casse del municipio già impoverite dal suo predecessore Enzo Bianco. Il debito ha raggiunto livelli tali da spingere l'Enel a staccare la luce a interi quartieri e Scapagnini è stato costretto a dimettersi. A soli due anni dalla sua rielezione il medico del Cavaliere era ormai divenuto talmente impopolare da correre il rischio di essere menato se solo si fosse messo a camminare per strada da solo."
Tirando le fila, rispondiamo alla domanda posta all'inizio: La destra berlusconiana questa volta ha deciso di voltare pagina e appoggiare una candidato contro cui non si possano fare speculazioni o allusioni?
Direi proprio di no, anche questa volta.
giovedì 28 febbraio 2008
Nuvole scure in Sicilia
mercoledì 27 febbraio 2008
Parola di Silvio
"Il nostro programma non avrà ricette miracolose per rilanciare l'economia, ma partiremo dalla base della vecchia ricetta liberale di sempre: meno tasse sulle famiglie, sul lavoro e sulle imprese".*
"cchiù pilu per tutti" insomma...ma perchè non ci racconta mai la parte della "vecchia ricetta liberale" in cui si parla di come ha in mente di sostituire le entrate delle tasse abolite?Sarebbe quanto meno intessante come lezione di economia...
"Riduzione delle tasse, abolizione completa della famigerata Ici, detassazione degli straordinari, aiuti alle famiglie con il bonus bebè, soluzione dell'emergenza rifiuti in campania..."
caspita, sembra quasi un programma elettorale di sinistra!Insomma, possiamo stare tranquilli che i pensieri di Silvio sono sempre per noi comuni mortali e non per gli imprenditori miliardari come lui e i suoi soci!
"...e via via una serie di cose per garantire maggiore sicurezza, come i vigili di quartiere nelle città, perchè la criminalità è aumentata a causa delle frontiere aperte dalla sinistra".
Questo sentore che la criminalità sia aumentata non è che dipende dal fatto che buona parte dell'informazione viene dedicata alla cronaca?E' solo un dubbio, magari potremmo parlare con qualche cifra ufficiale in mano...
"[Riguardo all'annunciata abolizione dell'Ici] i soldi arriveranno grazie alla modernizzazione dello Stato, ci sono degli spazi di risparmio enormi".
Questo è vero: gli sprechi sono tantissimi in Italia, io potrei indicarne qualche centinaio.Ma siamo sicuri che il nemico sia l'ICI? Una persona normale, con una casa normale, pagherà massimo 200 euro all'anno per quella tassa; per quanto iniqua è ben poca cosa rispetto al peso fiscale dell'IRPEF e delle altre tasse regionali e comunali.Certo il discorso cambia se si parla delle ville faraoniche degli impresari miliardari come Berlusconi...
"Non siamo un partito, ma un movimento nato dalla gente, venuto dal basso. Tre milioni di persone potevano scegliere il nome e hanno scelto Popolo della Libertà".
Un movimento proletario, vicino a tutti noi...
"Io ho orrore di di pietro e lo dico alto e forte. Mi ha sconcertato, perchè significa che nel Pd c'è una cultura giustizialista di cui Di Pietro, l'uomo delle manette, è il campione".
Davvero un modo aulico di esprimersi per un candidato Presidente del Consiglio!Ma forse ora sto esagerando, ha detto ben di peggio, vero?Tra le altre cose mi domandavo, se una persona ha una condotta irreprensibile perchè deve temere la cultura della giustizia e le manette "facili"? Dovrebbe anzi sentirsi più tutelato.
"Se qualcuno ha un sospetto forte sopra di sè, credo che ci voglia della prudenza. Bisogna distinguere, però, se qualcuno è oggetto e vittima di quelle procure che cercano di fare guerra agli avversari politici e io in questo credo di essere il recordman universale".
Questa è bellissima!Io credo davvero che non sia facile elaborare delle tattiche di manipolazione tanto fini quanto quelle che usa Berlusconi.
Riassumendo: se qualcuno ha qualche problema con la giustizia è giusto che ci sia... prudenza (??), ma bisogna distinguere tra i criminali e quelli che invece sono perseguitati politici. Il fatto che ci sia una persecuzione politica in corso è dato per assunto, l'organo che deve giudicare i perseguitati non è specificato ma di certo lui, Dell'Utri e Previti sono un esempio di perseguitati.
"Non ho nessuna ambizione politica, tanto meno verso il Quirinale. Io sono qui solo per spirito di servizio."
Ma certo! Lui non ha nessun interesse nella politica, anzi lo disturba un pò tutto questo affannarsi, lo fa solo per amor di patria!Geniale! Grazie!
"Il conflitto d'interessi non esiste. Il sistema televisivo credo sia l'ultima delle preoccupazioni che un governo dovrebbe darsi, anche perchè il duopolio non esiste più con l'arrivo della tv satellitare".
Ma ha ragione!Che importanza ha se una persona sola controlla 3 reti private a cui potrebbero sommarsi le 3 statali se vincesse le elezioni?Anche se a questi ci sommiamo le numerose case editrici e quant'altro, non è conflitto di interessi perchè semplicemente questo non esiste!
"[sui giovani nelle liste del PDL] Mi sto battendo affinchè il numero sia il più elevato possibile"
Grande! Allora aspetta di vedere le liste...
"Il mio difetto? Sono troppo, troppo, troppo, troppo buono".
Ma anche modesto, dai...
"Sorridendo, ma mica tanto, dico che il mio è un partito monarchico per quanto riguarda il leader, che è uno solo e indiscusso, visto che ne è stato anche il fondatore."
AHAHA, ma dai Silvio, monarca per spirito di servizio!Sembra il titolo di un film di Totò...Per fortuna è risaputo che l'ex-premier è un fautore della democrazia e della libertà di parola, se no qualcuno potrebbe fare pensieri deviati sul suo autarchismo...
"[Sull'Afghanistan] E' un paese importante, e bisogna proseguire gli sforzi per mantenere il sistema democratico in quel Paese. L'Italia deve essere protagonista, non può isolarsi in una torre d'avorio".
Sia mai che rimaniamo fuori dalla nuova versione del Grande Gioco!Per fortuna ci siamo noi a portare la civiltà... e poi si procederà con altri stati non demogratici come l'Arabia Saudita e la Cina, vero?
L'Inflazione reale e la Politica
Di Giuseppe Governanti :
L’ISTAT nel presentare l’indice d’inflazione del mese di Gennaio, ha, per la prima volta, parlato di “beni di alta frequenza d’acquisto”.
Abbiamo, così, saputo che dal 2002, dall’introduzione dell’euro, l’inflazione percepita dai consumatori è del 4,8. Anche se il dato non è in linea con quelli elaborati dal Codacons e dell’Adoc, rappresenta pur sempre una presa di coscienza dell’Istituto, purché non rimanga solo un dato indicativo, ma sia il primo passo per la modifica sostanziale del cosiddetto “paniere”, che determina l’inflazione sulla quale si costruiscono le leggi finanziarie e si stipulano i contratti di lavoro. I “beni di alta frequenza d’acquisto” riguardano alimentari, tabacchi, carburanti, giornali, trasporti urbani, spese d’assistenza, spese non durevoli per la casa, spese d’affitto e mutuo. Sono, insomma, spese cui una famiglia tipo (media) non può rinunciare e riguardano la sopravvivenza e la vita partecipativa.
Secondo l’ISTAT, questo gruppo di beni “ha registrato un aumento superiore al tasso medio”, accettando, quindi, quanto le famiglie vanno affermando da tempo: i dati dell’inflazione sono stati sempre superiori ai dati ufficiali rilevati dall’Istat, basati su un “paniere” di beni non legato al quotidiano. Anche la “percezione” di cui parliamo è un dato non concreto perché i dati reali sono quelli toccati da chi ha l’onere della spesa quotidiana, le mamme e i papà che si recano a fare la spesa, quella che poi portano sui tavoli.
Dati più approfonditi ci dicono ancora che i beni di prima necessità, necessari a bambini e anziani, hanno subito rincari molto alti, spesso non giustificati: il pane +12%, la pasta +10%, il latte +8,7% e la frutta +4,8%. Secondo una nota congiunta di Adusbef e di Federconsumatori, “la situazione è gravissima e gli interventi per arginarla non sono più rinviabili”.
Carlo Pileri, presidente dell’Adoc, denuncia: “E’ da tempo che denunciamo l’aumento eccessivo dei prodotti a maggiore diffusione d’acquisto, rincari che costituiscono uno dei principali motivi del continuo indebolimento dei redditi e delle possibilità di risparmio delle famiglie, nonché del crescente e preoccupante indebitamento…Solo per comprare lo stesso paniere di beni alimentari, oggi si spendono duemila euro in più dall’introduzione dell’euro”.
Carlo Rienzi, presidente del Codacons, invia un esplicito invito ai politici nostrani d’intervenire: “E’ virgola deve essere attaccata alla parola che la precede. una situazione che è sempre più una crisi nazionale, verso la quale i candidati al prossimo governo dovranno prestare la massima attenzione”.
Come è ben evidente il potere d’acquisto delle famiglie con reddito fisso è sempre più eroso da un aumento dei prezzi.
Perché aumentano i prezzi? Chi deve controllare in uno Stato che, quando gli fa comodo, si dice liberista e afferma che non può far nulla? Allora, a cosa serve l’introduzione di mister prezzi?
Sono domande alle quali i politici devono dare risposte chiare e prendere provvedimenti altrettanto chiari, senza nascondersi dietro la favola pilatesca che nel libero mercato lo Stato non può intervenire, né invitare i cittadini a girare per il mercato prima dell’acquisto, di berlusconiana memoria.
E’ ora che i nostri dipendenti si rimbocchino le maniche e si guadagnino lo stipendio, perché una situazione di precarietà e insicurezza, se non contrastata con provvedimenti d’equilibrio, può avere serie ripercussioni sull’ordine pubblico.
martedì 26 febbraio 2008
Uno spreco della SIAE
Parlare di tutte le cose poco chiare nella struttura e organizzazione della S.I.A.E., richiederebbe moltissimo spazio e pazienza, inoltre sono quasi mosso a compassione perché mi sembra di sparare sulla Croce Rossa.
Per tali argomenti vi rimando all’ottima inchiesta del programma Report, la cui puntata è reperibile sul sito ufficiale.
Il dettaglio su cui volevo concentrare l’attenzione è uno di quelli che contraddistinguono la modernità tipicamente italiana di questo organo (privato), il cui compito è quello di monetizzare e distribuire del diritto d’autore.
In particolare, ogni semestre viene recapitato agli iscritti la documentazione contabile relativa alla liquidazione del semestre corrispondente dell’anno precedente.
Per ogni rendiconto (sezione musica) vengono recapitati un minimo di 20 fogli, stampati su un’unica facciata: uno spreco che risulta ancora più inutile se si pensa che buona parte di questi fogli contengono sempre le stesse informazioni ad ogni spedizione.
Inoltre nel caso di autori professionisti la piccola risma di fogli diventa facilmente un piccolo tomo.
Sfogliamo: la prima pagina è la presentazione dalla quale si evince che tra la data di spedizione e quella di ricezione è passato poco meno di un mese (complimenti!), poi abbiamo 12 pagine di Foglio Avvertenze della Ripartizione con vari schemi di ripartizione per ogni stato mondiale, documentazione sulle modalità, le denominazioni delle emittenti radiofoniche private nazionali e delle emittenti televisive; avvertenze sulle modalità di lettura del rendiconto, sugli obblighi fiscali e le modalità di pagamento dei diritti.
Ci sono poi almeno 7 pagine, se proprio hai realizzato poco o niente, con il rendiconto vero e proprio in cui vengono riportati nel dettaglio tutte le cifre riscosse per ogni opera.
Ora, non sarebbe più pratico ed ecologico produrre tutte queste informazioni on line e spedire al domicilio solo un paio di fogli con la situazione riassuntiva e l’invito a consultare il dettaglio nell’apposita area del sito internet?
lunedì 25 febbraio 2008
Il sogno d’amore americano
Il seguente scambio è avvenuto su Craigslist, una nota community newyorkese:
“Che faccio di sbagliato? Sono stufa di girarci intorno. Sono una bella (eccezionalmente bella) venticinquenne. Sono colta e di classe. Non sono di New York. Sto cercando di sposare un ragazzo che guadagni almeno mezzo milione di dollari all’anno.
So quel che sembra, ma tenete presente che con un milione di dollari all’anno a New York si appartiene al ceto medio, perciò non penso affatto di stare esagerando. C’è qualche ragazzo in questa community che guadagna cinquecentomila dollari o più? Mogli? Potreste darmi qualche consiglio? Ho incontrato un uomo d’affari che guadagna tra i duecento e i duecentocinquantamila dollari. Non di più. Duecentocinquantamila dollari non mi condurranno a Central Park West (1). Conosco una donna del mio corso di yoga che era sposata con un banchiere e vive a TriBeCa (2). Non è bella quanto me e nemmeno brilla per intelligenza. Perciò, qual è il suo segreto? Ecco le mie domande:
- Dove vi ritrovate voi ragazzi ricchi? Voglio i dettagli - bar, ristoranti, palestre.
- Cosa cercate in una compagna?
- C’è una fascia d’età cui dovrei puntare?
- Perché alcune delle donne che godono di sontuosi stili di vita nell’Upper East Side (3) sono così ordinarie? Dov’è il trucco?
- Avvocati, banchieri, dottori. Quanto guadagnano davvero questi uomini? E dove si ritrovano gli uomini che investono nei fondi speculativi (4) ? Cosa spinge i ricchi a sposare una certa ragazza? Sono interessata solo al matrimonio.
La risposta di un banchiere:
“Rientro tra gli uomini che potrebbero interessarti – guadagno più di cinquecentomila dollari all’anno. Ecco come la vedo: la tua offerta è un affare scialbo e banale che non vale nulla. Quello che suggerisci è un semplice baratto: tu metti il tuo aspetto e io i soldi. Facile facile. Ma ecco la fregatura: la tua bellezza appassirà mentre il mio denaro durerà certamente per sempre – infatti è molto probabile che i miei introiti aumenteranno, ma è un’assoluta certezza che tu non diventerai affatto ancora più bella! Perciò, in termini economici, sei un bene che va svalutandosi. In termini borsistici non sei un buon affare né una riserva economica. “Acquistarti” (che è ciò che domandi) non denoterebbe buon senso per gli affari. Perciò potrei piuttosto affittarti. L’affare che avrebbe senso per me è una frequentazione a termine, non il matrimonio.”
(1) Central Park West: quartiere residenziale di Manhattan
(2) TriBeCa: è un quartiere situato nella parte sud del distretto (borough) di Manhattan, a New York. Il suo nome è l'abbreviazione di Triangle Below Canal Street, ovvero "triangolo sotto Canal Street"; il quartiere, infatti, ha forma triangolare ed è delimitato a nord da Canal Street. Da qualche tempo è diventato area residenziale alla moda.
(3) Upper East Side: altro quartiere residenziale di Manhattan.
(4) Fondi speculativi: i fondi hedge (in inglese hedge funds) detti anche in italiano fondi speculativi, nascono negli Stati Uniti negli anni '50. La legge statunitense prescrive che gli investitori abbiano un patrimonio di almeno un milione di dollari o entrate nette per oltre 200.000 dollari. Il numero dei soci non può essere superiore a 99
Canone tv anche per i computer
Da Replubblica.it
Anche chi ha solo il pc deve pagare. Esplode la protesta
Il Garante del contribuente: toni minatori nelle lettere di sollecito
"Canone tv anche per i computer"
consumatori in rivolta contro la Rai
Da questa notizia si evince che la dirigenza Rai, in stretta collaborazione con il Governo, lavora alacremente!
Ma che vivono entrambi fuori dal mondo e dal tempo.
"[...] "Non si capisce con quale criterio il Sat invii queste lettere - afferma Silvio Pieri, il presidente dell'ufficio del Garante del contribuente del Piemonte, competente per territorio - ma è sicuro che hanno dei toni decisamente minatori. Si paventano blocchi amministrativi delle auto o pignoramenti senza che la legge lo preveda. Per questo stiamo valutando la possibilità di presentare un esposto in procura per abuso d'ufficio" "
O la borsa o la vita, insomma...
"[...] La questione, in effetti, è di dubbia interpretazione e soprattutto è regolamentata da un regio decreto del 1938, quando addirittura c'era soltanto la radio, che poco si adatta alle evoluzioni della tecnologia che da allora ci sono state. Secondo la norma deve pagare chiunque detenga un "apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle radioaudizioni" "
...1938... radioaudizioni!!
L'Italia è sempre all'avanguardia, come potrebbe essere altrimenti con una classe dirigente giovane e arzilla che si ritrova?
"[...]A norma di legge per rescindere un contratto tv basta mandare una raccomandata, ma il Sat poi continua a tempestare di lettere chiedendo la compilazione di moduli. Inoltre quando si chiude un abbonamento si paga ancora una tassa di suggellamento che sarà pure di pochi euro, ma non c'è più nessuno che venga a impacchettare il televisore che non si usa più"
Ah, il buon vecchio metodo del sacco di iuta sigillato!
""Credo sia opportuna una modifica della legge - conclude il Garante del Piemonte - una proposta potrebbe essere quella di una tassa sull'acquisto di un televisore in cambio dell'abolizione del canone. In effetti l'origine stessa del canone viene meno, visto che un tempo doveva servire per garantire il servizio pubblico anche nelle zone in cui non rendeva trasmettere, mentre ora con il satellite si arriva ovunque senza problemi" "
Io ho un'idea migliore da proporre al legislatore per la prossima finanziaria: inglobare il canone nell'IRPEF con la presunzione che chiunque possiede un personal computer o un televisore. Il problema sarebbe risolto.
domenica 24 febbraio 2008
Per chi suona la campana
Appello 2001 a un referendum morale:
Di Umberto Eco, da "A passo di gambero" (2006); precedentemente apparso su Golem-L'indispensabile e poi su Repubblica, nel maggio 2001.
"A NESSUNO piacerebbe svegliarsi una mattina e scoprire che tutti i giornali, il Corriere della Sera, la Repubblica, la Stampa, il Messaggero, il Giornale, e via via dall’ Unità al Manifesto, compresi i settimanali e i mensili, dall’Espresso a Novella 2000, appartengono tutti allo stesso proprietario e fatalmente ne riflettono le opinioni. Ci sentiremmo meno liberi.
Ma è quello che accadrebbe con una vittoria del Polo che si dice delle Libertà. Lo stesso padrone avrebbe per proprietà privata tre reti televisive e per controllo politico le altre tre - e le sei maggiori reti televisive nazionali contano più, per formare l’opinione pubblica, di tutti i giornali messi insieme. Lo stesso proprietario ha già sotto controllo quotidiani e riviste importanti, ma si sa cosa accade in questi casi: altri giornali si allineerebbero all’area governativa, vuoi per tradizione vuoi perché i loro proprietari riterrebbero utile ai propri interessi nominare direttori vicini alla nuova maggioranza. In breve si avrebbe un regime di fatto.
Per regime di fatto bisogna intendere un fenomeno che si verificherebbe da solo, anche se si assume che Berlusconi sia uomo di assoluta correttezza, che la sua ricchezza sia stata costituita in modo inappuntabile, che il suo desiderio di giovare al Paese anche contro i propri interessi sia sincero. Qualora un uomo si trovasse a poter controllare di fatto tutte le fonti d’informazione del proprio Paese, neppure se fosse un santo potrebbe sottrarsi alla tentazione di gestirlo secondo la logica che il sistema imporrebbe e, quand’anche facesse del suo meglio per sottrarsi a tale tentazione, il regime di fatto sarebbe gestito dai suoi collaboratori. Non si è mai visto, nella storia di alcun Paese, un giornale o una catena televisiva che iniziano spontaneamente una campagna contro il proprio padrone.
Questa situazione, conosciuta ormai nel mondo come l’anomalia italiana, dovrebbe essere sufficiente per stabilire che una vittoria del Polo, nel nostro Paese, non equivarrebbe - come molti politologi affermano - a una normale alternanza tra destre e sinistre, che fa parte della dialettica democratica. L’instaurazione di un regime di fatto (che, ripeto, si instaura al di là delle volontà individuali) non fa parte di alcuna dialettica democratica.
Per chiarire perché la nostra anomalia non allarma la maggioranza degli italiani occorre esaminare anzitutto quale sia l’elettorato potenziale del Polo. Esso si divide in due categorie. Il primo è l’Elettorato Motivato. È fatto da coloro che aderiscono al Polo per effettiva convinzione. È convinzione motivata quella del leghista delirante che vorrebbe mettere extracomunitari e possibilmente meridionali in vagoni piombati; quella del leghista moderato il quale ritiene conveniente difendere gli interessi particolari della propria area geografica pensando che possa vivere e prosperare separata e blindata dal resto del mondo; quella dell’ex fascista che, pur accettando (magari obtorto collo) l’ordine democratico, intende difendere i propri valori nazionalistici, e intraprendere una revisione radicale della storia del Novecento; quella dell’imprenditore che ritiene (giustamente) che le eventuali defiscalizzazioni promesse dal Polo sarebbero soltanto a favore degli abbienti; quella di coloro che, avendo avuto contenziosi con la magistratura, vedono nel Polo un’alleanza che porrà freno all’indipendenza dei pubblici ministeri; quella di coloro che non vogliono che le loro tasse siano spese per le aree depresse.
Per tutti costoro l’anomalia e il regime di fatto, se non benvenuti, sono in ogni caso un pedaggio di poco conto da pagare per vedere realizzati i propri fini - e pertanto nessuna argomentazione contraria potrà smuoverli da una decisione presa a ragion veduta.
La seconda categoria, che chiameremo Elettorato Affascinato, certamente la più numerosa, è quella di chi non ha un’opinione politica definita, ma ha fondato il proprio sistema di valori sull’educazione strisciante impartita da decenni dalle televisioni, e non solo da quelle di Berlusconi. Per costoro valgono ideali di benessere materiale e una visione mitica della vita, non dissimile da quella di coloro che chiameremo genericamente i Migranti Albanesi. Il Migrante Albanese non penserebbe neppure a venire in Italia se la televisione gli avesse mostrato per anni solo l’Italia di Roma città aperta, di Ossessione, di Paisà - e si terrebbe anzi lontano da questa terra infelice. Migra perché conosce un’Italia in cui una televisione ricca e colorata distribuisce facilmente ricchezza a chi sa che il nome di Garibaldi era Giuseppe, un’Italia dello spettacolo.
Ora a questo elettorato (che tra l’altro, come dicono le statistiche, legge pochi quotidiani e pochissimi libri) poco importa che si instauri un regime di fatto, che non diminuirebbe, anzi aumenterebbe la quantità di spettacolo cui è stato abituato. Fa quindi sorridere che ci si ostini a sensibilizzarlo parlando del conflitto d’interessi. La risposta che si ascolta sovente in giro è che a nessuno importa che Berlusconi si faccia i propri interessi se promette di difendere i loro.
A questi elettori non vale dire che Berlusconi modificherebbe la Costituzione, primo perché la Costituzione non l’hanno mai letta, e secondo perché hanno persino sentito parlare di modificazioni della Costituzione da parte dell’Ulivo. E allora? Quale articolo della Costituzione possa poi essere modificato, è per loro irrilevante. Non dimentichiamo che subito dopo la Costituente Candido ironizzava con vignette salaci sull’articolo secondo il quale la repubblica difende il paesaggio, come se si trattasse di un bizzarro e irrilevante invito al giardinaggio. Che quell’articolo anticipasse le attuali e tremende preoccupazioni per la salvezza dell’ambiente sfuggiva non solo al grande pubblico, ma persino a giornalisti informati.
A questo elettorato non vale gridare che Berlusconi metterebbe la mordacchia ai magistrati, perché l’idea della giustizia si associa a quella di minaccia e intrusione nei propri affari privati. Questo elettorato afferma candidamente che un presidente ricco almeno non ruberebbe perché concepisce la corruzione in termini di milioni o centinaia di milioni, non in termini astronomici di migliaia di miliardi. Questi elettori pensano (e con ragione) che Berlusconi non si farebbe mai corrompere da una bustarella pari al costo di un appartamento tricamere con bagno, o dal regalo di una grossa cilindrata, ma (come del resto quasi tutti noi) trovano impercettibile la differenza tra diecimila e ventimila miliardi.
L’idea che un parlamento controllato dalla nuova maggioranza possa votare una legge che, per una catena di cause ed effetti non immediatamente comprensibile, possa fruttare al capo del governo mille miliardi, non corrisponde alla loro nozione quotidiana del dare e avere, comperare, vendere o barattare. Che senso ha parlare a questi elettori di off shore, quando al massimo su quelle spiagge esotiche desiderano poter fare una settimana di vacanza con volo charter?
Che senso ha parlare a questi elettori dell’Economist, quando ignorano anche il titolo di molti giornali italiani e non sanno di che tendenza siano, e salendo in treno comperano indifferentemente una rivista di destra o di sinistra purché ci sia un sedere in copertina? Questo elettorato è pertanto insensibile a ogni accusa, al riparo da ogni preoccupazione di regime di fatto. Esso è stato prodotto dalla nostra società, con anni e anni di attenzione ai valori del successo e della ricchezza facile, è stato prodotto anche dalla stampa e dalla televisione non di destra, è stato prodotto da parate di modelle flessuose, da madri che abbracciano finalmente il figlio emigrato in Australia, da coppie che ottengono il riconoscimento dei vicini perché hanno esibito le proprie crisi coniugali davanti a una telecamera, dal Sacro spesso trasformato in spettacolo, dall’ideologia che basta grattare per vincere, dallo scarso fascino mediatico di ogni notizia che dica quello che le statistiche provano, che la criminalità è diminuita, mentre è ben più morbosamente visibile il caso di criminalità efferata, che induce a pensare che quello che è accaduto una volta potrebbe accadere domani a tutti.
Questo Elettorato Affascinato sarà quello che farà vincere il Polo. L’Italia che avremo sarà quella che esso ha voluto.
Di fronte all’Elettorato Motivato e all’Elettorato Affascinato della destra, il maggior pericolo per il nostro Paese è però costituito dall’Elettorato Demotivato di sinistra (e si dice sinistra nel senso più ampio del termine, dal vecchio laico repubblicano al ragazzo di Rifondazione, sino al cattolico del volontariato che non si fida più della classe politica). È la massa di coloro che tutte le cose dette sinora le sanno (e non avrebbero neppure bisogno di sentirle ripetere), ma si sentono delusi dal governo uscente, di coloro che di fronte a ciò che si attendevano considerano tiepidamente quello che hanno ricevuto, e si evirano per far dispetto alla moglie. Per punire chi non li ha soddisfatti, faranno vincere il regime di fatto.
La responsabilità morale di costoro è enorme, e la Storia domani non criticherà i drogati delle telenovelas, che avranno avuto la telenovela che volevano, ma coloro che, pur leggendo libri e giornali non si sono ancora resi conto o cercano disperatamente di ignorare che quello che ci attende tra qualche giorno non sono elezioni normali, bensì un Referendum Morale. Nella misura in cui rifiuteranno questa presa di coscienza, sono destinati al girone degli ignavi.
Contro l’ignavia si chiamano ora anche gli incerti e i delusi a sottoscrivere un appello molto semplice, che non li obbliga e condividere tutte le considerazioni di questo articolo, solo la parte che segue in corsivo.
Contro l’instaurazione di un regime di fatto, contro l’ideologia dello spettacolo, per salvaguardare nel nostro Paese la molteplicità dell’informazione, consideriamo le prossime elezioni come un Referendum Morale a cui nessuno ha diritto di sottrarsi.
Questo sarà per molti un appello a mettersi una mano sulla coscienza e ad assumersi la propria responsabilità. Perché Nessun uomo è un’isola… Non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona per te. "
Il partito degli impresentabili
L’Espresso presenta “il partito degli impresentabili: quelli da non votare”.
Letto l’articolo, mi sono messo nei panni di un elettore di Forza Italia che vuole votare il suo partito ma non Dell’Utri, condannato con sentenza passata in giudicato. Ma l’elettore in questione può essere l’elettore di qualsiasi altro partito o coalizione.
Quali strumenti ha il nostro elettore, quindi, per non trovare tra i parlamentari eletti del suo partito Dell’Utri o Cuffaro o Bassolino e tanti altri? Nessuno.
Eppure la nostra carta fondamentale afferma che la “sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione (art.1, comma 2) ”.
Il cittadino elettore voterà, come nel 2006, col “porcellum” di Calderoni, una legge elettorale rinnegata in coro dallo stesso suo autore e da tutti i partiti. I buoni propositi di riforma, qualche mese fa tutti ne parlavano come cosa fatta, con la caduta del governo Prodi si sono dissolti come neve al sole. E’ bastato che l’asse Berlusconi – Fini sentisse odore di vittoria perché anche la porcata divenisse digeribile. Basta ricordare che Fini, l’eterno e illuso aspirante alla poltrona di primo ministro, ha sostenuto con forza e consistenza numerica il referendum. Ma in politica la coerenza non è un optional, o l’hai o no, e Fini ne è privo. Spero, a tal proposito, che gli Italiani nella solitudine della cabina elettorale, ricordino gli scambi verbali poco amorevoli tra lui e quello che ora è come sempre il suo leader e, indignati non lo votino.
Dal canto suo la Corte costituzionale, nonostante il parere d’incostituzionalità espresso da molti esperti costituzionalisti, non ha trovato il tempo di definire il suo giudizio (“La Corte Costituzionale giudica sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi funzione di legge, dello Stato…”- art. 134Cost.).
E’ solamente scandaloso che a più di tre anni dall’approvazione (21/12/2005), attendiamo ancora che i giudici sciolgano il nodo…di Gordio. Sicuramente sono presi da tanti e più urgenti problemi!
Ritornando alla questio, bisogna dire che il cittadino è stato espropriato non di un diritto ma, cosa più grave, della sovranità. Solo i regimi autoritari usano le “liste bloccate” non permettendo, in tal modo ai cittadini di esprimere il loro dissenso e decidere il cambiamento.
Abbiamo solo l’illusione di determinare le scelte, ma, in realtà, sono le segreterie dei partiti, vere e proprie SpA, a portare in parlamento i loro fedelissimi, basta inserirli nelle liste in ordine d’eleggibilità. Viva la democrazia!
di Giuseppe Governanti
venerdì 22 febbraio 2008
Totò 'o curtu
Stacchiamo l'antenna
Il problema non è l'apparecchio in sé ma la televisione, quello che vi è trasmesso, così ho lasciato la spina attaccata alla corrente: uso l'elettrodomestico come strumento per guardare quello che io decido di trasmetterci.
L'intrattenimento e la religione sono stati da sempre il mezzo preferito, nonché più efficace, del potere per sedare, imbonire e plagiare il popolo. Difficilmente ci accorgiamo di quanto, quello che consideriamo solo una distrazione dalla quotidianità, condizioni ciò che conosciamo e di cui parliamo. In generale: come investiamo il nostro tempo.
Perdiamo ore a seguire dibattiti senza senso, pettegolezzi, giochi, sport, pubblicità; spendiamo soldi per sistemi satellitari che ci permettano di scegliere tra ulteriori migliaia di facezie; poi ci ripuliamo la coscienza lasciandoci informare delle cose che qualcun altro decide che dobbiamo sapere. Quando ci svegliamo, e se ci svegliamo, ci troviamo con un pugno di mosche in mano, ci accorgiamo di aver perso tempo che poteva essere investito in modo migliore, anche solo rilassandoci in un miglior modo.
Oggi abbiamo la possibilità e la tecnologia di essere i registi di noi stessi, con un cavo possiamo attaccare il computer al televisore e scegliere, tra tutti i contenuti disponibili liberamente su internet, cosa guardare dal nostro divano. Ormai anche ciò che è trasmesso in televisione è reperibile, entro poche ore, on line senza pubblicità e dandoci la possibilità di poter scegliere.
Stiamo vivendo un momento storico molto importante a livello mondiale: il potere economico sta sempre più rapidamente abbandonando l'asse USA-Europa per spostarsi nell'oriente fino a ieri arretrato (Cina e India in primis); a livello nazionale si sta vivendo quella che sembra essere l'anticamera di drammatici sviluppi.
In questo scenario è sempre più importante essere informati nel modo corretto, decodificare il mondo per capire come funziona e dove sta andando.
I mezzi ci sono, occorre solo vincere la pigrizia.
giovedì 21 febbraio 2008
Riesci a sentirmi ora?
“Sono sul treno ad alta velocità diretto da Tokyo a Mishima. La vista è magnifica: a sinistra, villaggi di pescatori; a destra, il monte Fuji, coperto di neve. Il mio collega Jim Brook, capo della redazione di Tokyo del New York Times, è seduto di fronte a me non presta alcuna attenzione al panorama. È concentrato sul suo computer. Anch’io, in verità, ma lui è online grazie a una connessione wireless, mentre io sto semplicemente correggendo un articolo sul mio portatile non connesso. Fin da quando, il giorno prima, abbiamo preso insieme il taxi a Tokyo e Jim ha tirato fuori il suo laptop con connessione wireless e mi ha inviato una e-mail attraverso Yahoo!, ho continuato a stupirmi per lo stupefacente grado di diffusione e connettività wireless che si ha in Giappone. A parte qualche isola remota e qualche villaggio di montagna, se si possiede un computer con connessione wireless, o un telefono cellulare giapponese, ci si può mettere online ovunque, dall’interno di una stazione della metropolitana come da un treno ad alta velocità lanciato attraverso la campagna. Jim sa che sono leggermente ossessionato dal fatto che il Giappone, per non parlare di quasi tutto il resto del mondo, ha una connettività wireless nettamente migliore di quella dell’America.
[…] Scuoto la testa: siamo su un treno ad alta velocità che viaggia a 240 chilometri all’ora e il mio collega sta rispondendo a un’e-mail ricevuta dal Kazakhstan, mentre io non posso andare in macchina dalla periferia al centro di Washington DC senza che le comunicazioni sul mio telefono cellulare si interrompano almeno due volte.
[…] (Più ci penso e più voglio candidarmi presidente con un programma monotematico: “Prometto che, se sarò eletto, nel giro di quattro anni l’America avrà una copertura per i telefoni cellulari altrettanto efficiente di quella del Ghana e, nel giro di otto anni, di quella del Giappone… a patto che i giapponesi accettino di non introdurre innovazioni per otto anni, in modo che possiamo raggiungerli”. Il mio slogan elettorale sarebbe molto semplice: “Riesci a sentirmi ora?”).
So che, prima o poi, l’America si metterà al passo con il resto del mondo nel settore della tecnologia wirelesss. Sta già avvenendo.[…] ”
mercoledì 20 febbraio 2008
Abboniamoci a Fastweb!
Ma quello che succede con Fastweb avviene anche con molti altri provider alternativi a Telecom che si trovano in una posizione di sudditanza verso un monarca assoluto contro cui niente possono.
Ci troviamo ancora in un monopolio di fatto causato dall’impossibilità per i provider di agire direttamente sulle infrastrutture e ulteriormente sancito dalla gabella sulle ADSL naked che rende economicamente assurdo pensare di non abbonarsi a T.I.
Tutto questo è ulteriormente facilitato dal sistema dei call center, a causa del quale è impossibile avere un referente fisso per il proprio problema e avere trasparenza su quello che effettivamente si sta facendo e che si può fare per risolverlo.
Proviamo ad abbonarci a Fastweb:
- Il sito internet è bello, colorato, allegro, ci si immerge in un’atmosfera quasi fiabesca ma è molto complicato trovare le informazioni essenziali come il numero di telefono dell’assistenza, che sarebbe buona norma mantenere sempre in primo piano.
- Fastweb propone la famosa linea a fibra ottica, ma l’Italia è cablata talmente poco che se non abitate in un grande centro dovrete accontentarvi di un’ADSL a 2mb, come nel nostro caso, che però pagherete lo stesso prezzo di una fibra ottica. Curiosa strategia commerciale, vero?
- Il call center è gratuito dai numeri di rete fissa (ma è stato impossibile chiamare da telefoni Voip) ma a pagamento dai telefoni cellulari ed è molto inefficiente: è necessario più di un minuto di telefonata perché la voce guida vi metta in attesa di parlare con un operatore, al che buona parte delle volte cade la linea, o meglio la chiamata rimane collegata ma è totalmente muta. Lo stesso risultato si ha numerose volte al giorno, tutti i giorni.Richiedere assistenza oltre che a costare caro può quindi richiedere giornate intere.
- Gli operatori telefonici sono molto creativi: ognuno ha la propria versione personale e sempre diversa di ciò che sta succedendo alla linea del cliente. Inoltre è successo che un operatore ci abbia assicurato di aver aperto una segnalazione a Telecom Italia, ma chiamando pochi minuti dopo nessuno ne ha trovato traccia.
- In Italia le infrastrutture sono in mano a Telecom Italia, quindi da questa dipende la risoluzione di buona parte dei problemi. Parrebbe che l’assistenza tecnica di Fastweb non abbia nessun mezzo per sollecitare interventi da parte dei tecnici T.I. o permettere al cliente di mettersi in contatto con questi. Il cliente deve solo aspettare fiducioso.
- I tecnici Telecom chiamano con numero coperto, si aspettano che il cliente sia sempre a casa disponibile e dicono cose bizzarre come: “Noi possiamo anche darle un appuntamento ma non è detto che veniamo”. Sono consci che il cliente non può lamentarsi con nessuno del loro operato, non avendo alcun riferimento o contatto diretto.
- La soluzione proposta dall’assistenza Fastweb ad un problema prolungato oltre i 40 giorni previsti come “normali” dal contratto generale, è l’invito a disdire l’attivazione. Quando si manifesta la volontà di chiudere il rapporto si viene passati alla Direzione Commerciale che tenta di convincere il cliente ad attendere qualche altro giorno promettendo un paio di mesi omaggio e un pronto sollecito verso Telecom che però si rivela del tutto inutile.
martedì 19 febbraio 2008
Il Sole Nudo
"Il libro si concentra sugli strani costumi della società solariana, in cui il numero di abitanti è rigidamente controllato e i robot superano gli umani con un rapporto di ventimila a uno. I solariani sono educati dalla nascita a evitare il contatto umano, e vivono in immense proprietà da soli o al massimo con il coniuge. La comunicazione viene effettuata soltanto attraverso trasmissioni olografiche.
Anche la Terra sembra essersi evoluta in una società inusuale, con la popolazione confinata, o piuttosto ormai interamente assuefatta, a una vita sotterranea, senza uscire mai all'aperto. Si è infatti sviluppata una forma di agorafobia collettiva, una irrazionale paura contro l'essere esposti al sole nudo."
Prendiamo spunto da questa grande allegoria.
Fonte: wikipedia