A sottolineare il declino italiano ecco una notizia di oggi riportata da Repubblica.it: l'Italia esce dal mercato ricco e promettente dei satelliti commerciali, tra gli uomini autori della disfatta troviamo un volto familiare.
Si parla di satelliti "che sono in grado di trasferire miliardi i segnali televisivi e che si stanno attrezzando anche per trasmettere dati Internet", quindi è facile capire l'importanza del settore rispetto a, che so, il satellitare terrestre. "Un mercato che cresce in modo esponenziale, che già presenta un giro d'affari di 8,5 miliardi di dollari e che interessa 75 milioni di consumatori.
[...]al satellite non ha rinunciato nessuno, anche i paesi minori. Motivi strategici o altro. Così la società turca, Turksat, ha due satelliti geostazionari in orbita, la Spagna ha la sua Hispasat con sei satelliti, la Svezia, la Norvegia, l'Olanda e l'Egitto non sono da meno. Senza contare arabi, cinesi e brasiliani. Tutti hanno il proprio satellite."
Scorrendo l'articolo si portano alla memoria giorni in cui l'Italia era uno dei punti di eccellenza dell'Europa, non in tempi troppo remoti: "Un po' come accade per il Moplen di Giulio Natta, gli esordi del nucleare e i prototipi dei computer, anche con il satellite fummo i primi in Europa: era il 1964 e il gruppo creato all'Università di Roma da Luigi Broglio sparò nello spazio il San Marco 1, prima c'erano riusciti solo russi e americani."
Ma questo business per qualcuno forse non appariva strategico, e così si scopre che "quando la Stet fu trasformata in Telecom e passò nelle mani di Tronchetti Provera la storia dei satelliti italiani arrivò al capolinea: nel 2001 il 20,4 per cento di Eutelsat - attualmente di proprietà franco-iberica - fu venduto alla Lehman Brother. Ed oggi nessun capitale italiano sta nel business di "quota 36 mila" ".
Applausi per M.T.P.
mercoledì 30 luglio 2008
Italia fuori dal mercato dei satelliti
giovedì 10 luglio 2008
Agenzia delle Entrate ottimizzata!
Pare che i dirigenti dell'Agenzia delle Entrate siano assai più intelligenti di quelli delle Poste (vedi precedente post).
Se doveste recarvi in un ufficio dell'AdE, l’impresa potrebbe essere assai più semplice del pagamento di un bollettino postale: dal sito (www.agenziaentrate.it) è possibile prenotare un appuntamento in modo facile e veloce, scegliendo il motivo della "visita", l'agenzia territoriale e l'orario che si preferisce.
Al termine della procedura viene inviata una mail di conferma con i dettagli della prenotazione e i vari codici di riferimento.
È questo il modo per evitare estenuanti ingorghi agli uffici: vanno incentivati gli strumenti di dislocazione, l'esempio non è molto distante, imparate dirigenti!
mercoledì 9 luglio 2008
Postepay non ci sei!
Le poste italiane hanno creato ormai da tempo un metodo di pagamento molto comodo, utilizzato con piacere soprattutto dai giovani: PostePay, una carta di pagamento ricaricabile.
Ma proviamo a fare un versamento su una PostePay altrui: se non si ha un conto Banco Posta ci si può recare in un qualsiasi ufficio postale, compilare l’apposito modulo e pagare IN CONTANTI.
In questo caso si paga 1 euro di commissione.
C'è l'alternativa dell'utilizzo del PostaMat, in questo caso la commissione è di 3 euro (!!) e, per qualche misterioso motivo, si possono usare solo carte abilitate al circuito internazionale.
Ora immaginate che genere di menti popolino la classe dirigente delle nostre poste: invece di incentivare i pagamenti on line o attraverso terminali bancomat e PostaMat e svuotare così gli uffici postali, che fanno?
Rendono impossibili le operazioni on line o le gravano di commissioni stratosferiche rispetto a quelle agli sportelli.
Lo stesso discorso avviene per i bollettini postali: se si vuole pagare una bolletta on line con carta di credito e non si è titolari di un conto Banco Posta o di una PostePay, si dovrà spendere in commissioni fino al 2% dell'importo!
Un'ultima notazione: al termine dell'operazione di accredito il PostaMat rilascia uno scontrino in cui c'è specificato il numero di terminale, dell'operazione, della carta di credito utilizzata (parzialmente criptato) e l'importo: peccato che manchi il numero di carta PostePay ricaricato!
Personalmente dico che come servizio lascia fortemente a desiderare!
mercoledì 2 aprile 2008
La storiella di Mastella

Il Ministro, forte del suo potere, ottiene il trasferimento di De Magistris con la scusa di PRESUNTE irregolarità nella conduzione delle sue inchieste, il fascicolo va in mano ad un giudice a caso e la posizione del ministro Clemente viene archiviata.
Ma purtroppo tutta questa vicenda aveva danneggiato l'immagine del nostro e lo aveva costretto al ritiro dalla politica, così dopo questa notizia egli pensò bene di annunciare che avrebbe chiesto anche un congruo risarcimento.
martedì 1 aprile 2008
Le ultime marachelle di Silvietto
Copione: il candidato alla poltrone di Presidente del Consiglio ne spara una grossa delle sue nello studio del primo telegiornale nazionale, davanti al suo direttore. Questi non verifica e non corregge la notizia con il risultato che gli italiani penseranno che Silvietto abbia detto la verità.
Contenuto EXTRA: La gerontocrazia al potere
Candidati Porcellum
L’allegro ex ministro Calderoli ha definito la legge elettorale da lui co-firmata “una porcata”, ridacchiando come Ollio in un siparietto con Stanlio.
Grazie a lui e ai suoi compari non potremo scegliere chi andrà il parlamento ma lo sceglieranno le segreterie dei partiti.
Così immaginiamo un elettore cattolico che decida di seguire le indicazioni del suo parroco e votare UDC: si troverà a favorire l’ascesa non solo del retto Pier Ferdinando Casini, ma anche di uno stuolo di persone non esattamente raccomandabili.
Sintetiziamo quanto possiamo apprendere dall’articolo di Peter Gomez uscito per L’Espresso riguardo alle vicinanze ad ambienti mafiosi dei candidati alle prossime elezioni.
Salvatore Cintola (UDC) : iscritto per ben quattro volte nel giro di 15 anni sul registro degli indagati, un uomo che Giovanni Brusca - il capomafia killer del giudice Giovanni Falcone - considerava "un amico personale", ha militato in Sicilia Libera, un movimento indipendentista creato nel '93 per volere del boss Luchino Bagarella, passato alla corte di Totò Cuffaro diventando deputato regionale sull'onda di migliaia di preferenze (17.028 nel 2006).
Francesco Saverio Romano (UDC): tutt'ora indagato per concorso esterno;
Calogero Mannino (UDC): imputato davanti alla corte d'appello di Palermo;
Giusy Savarino (UDC): secondo i giudici del processo 'Alta Mafia', dalle intercettazioni e dai verbali emerge come nel 2001 lo scontro sulla sua candidatura alle regionali tra suo padre, Armado Savarino, e l'ex assessore Udc, Salvatore Lo Giudice, poi condannato a 16 anni di reclusione, sia stato risolto dalla mediazione del boss di Canicattì, Calogero Di Caro.
Pino Firrarello (PDL): condannato in primo grado per turbativa d'asta aggravata e ora sotto inchiesta per concorso esterno.
Antonio D'Alì (PDL): ex datore di lavoro del superlatitante Matteo Messina Denaro, e oggi accusato dall'ex prefetto di Trapani di aver voluto il suo trasferimento per fare un piacere a Cosa nostra (sulla vicenda è in corso un'indagine e un processo per diffamazione).
Gabriella Giammanco (PDL) : ex aspirante velina, volto giovane del Tg4, ma soprattutto nipote di Vincenzo Giammanco, definitivamente condannato come socio e prestanome di Bernardo Provenzano.
Gaspare Giudice (PDL) : assolto in primo grado dalle accuse di mafia con una sentenza in cui il tribunale sostiene di aver però "verificato con assoluta certezza" l'appoggio datogli da Cosa nostra nel 1996 e "con grandissima probabilità" anche nel 2001.
Renato Schifani (PDL) : negli anni '80 a lungo socio della Siculabrokers, una compagnia in cui figuravano anche Nino Mandalà, futuro boss di Villabate, e Benny d'Agostino, imprenditore legato per sua ammissione al celebre capo di tutti i capi, Michele Greco.
Bartolo Cipriano (PD): ex sindaco e poi consigliere del comune messinese di Terme Vigliatore, sciolto per mafia nel 2005.
Maria Grazia Laganà (PD) : vedova di Francesco Fortugno, vice-presidente della regione ucciso dai clan, sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato nell'ambito delle indagini sulle infiltrazioni mafiose alla Asl di Locri.
Franco Iona (PDL) : cugino primo del boss Guirino Iona, capo dell'omonima cosca crotonese ora in carcere dopo anni di latitanza, ribadisce però di essere incensurato.
Gaetano Rao (PDL) : nipote di don Peppino Pesce, vecchio boss dell'omonima e potentissima cosca di Rosarno.
Pasquale Scaramuzzino (PDL) : ex sindaco di Lamezia Terme, un comune sciolto nel 2002 dal governo per mafia in seguito a una sua battaglia, e Giuseppe 'Pino' Galati, allora leader del Ccd: un partito che l'attaccava a tutto spiano.
Sergio De Gregorio (PDL) : indagato per riciclaggio dopo che sono stati scoperti suoi assegni in mano a Rocco Cafiero detto ''o capriariello', un contrabbandiere considerato organico al clan Nuvoletta.
Mario Landolfi (PDL) : costretto a fronteggiare l'accusa di essere stato appoggiato nel 2006 da un manipolo di camorristi.
Nicola Cosentino (PDL) : uno dei suoi fratelli ha sposato la sorella del boss Peppe Russo, detto 'o padrino'.
Luigi Vallone (UDC) : nipote di un uomo politico in rapporti con Cosa nostra, a lungo pedinato dai carabinieri nella speranza di catturare Bernardo Provenzano.
Rudy Maira (UDC) : processato e assolto per concorso esterno, dopo che il tribunale aveva derubricato le accuse in voto di scambio semplice e dichiarato il reato prescritto.
Nino Dino (UDC) : indicato dal pentito Nino Giuffrè come uno dei mediatori tra Provenzano e la politica regionale.
Pier Fardinando Casini, a nome di tutti i capi partito, risponde: "non è giusto che le liste le faccia la magistratura".
domenica 30 marzo 2008
Max Mosley il Nazi
Oggi una notizia di gossip ci informa che il patron della F1 Max Mosley è stato ritratto in un video di 5 ore mentre inscena dei siparietti sadomaso in un sex dungeon, una sorta di bordello specializzato in giochi erotici di quel genere (leggi).
La notizia risulta però più interessante se si nota che, uno degli uomini inglesi più in vista e più ricchi è figlio del "fondatore del British Union of fascists, una formazione politica di estrema destra che negli anni Trenta fu alleata del partito di Benito Mussolini" nonchè "amico personale di Adolf Hitler e Joseph Goebbels".
Il figlio a quanto pare è affascinato dal mondo ideale del padre che ama riprodurre nei i suoi teatrini sessuali, con sceneggiature di torture e persecuzioni di nazisti ad ebrei.
Per la serie "sembrava un così bravo ragazzo": in confronto il nostro Ciarrapico è un dilettante. Rallegriamocene.
martedì 18 marzo 2008
Surfin' China
La notizia di oggi secondo cui la Cina ha sorpassato in numero di navigatori web gli Stati Uniti (leggi), non ha un valore solo tecnologico: internet oggi vuol dire business e vuol dire libertà.
Sul primo aspetto la Cina ha già dimostrato di essere candidata per l’immediato futuro al gradino più alto del podio insieme a USA e India; sulla libertà si sono fatti grandi passi in avanti dai tempi di Mao e Deng Xiao Ping, ma ancora la strada è lunga.
Cina batte Stati Uniti per 220 milioni a 217. L’Italia si attesta intorno a quota 20 milioni.
Leggendo tra le cifre e parlando in percentuale sul numero di abitanti, l’immagine è diversa: gli USA stravincono con il 72% della popolazione navigante, la Cina si attesta sul 16% e a metà strada l’Italia con il suo 33%.
In Cina buona parte dei cittadini vive ancora in situazioni rurali e di non pieno sviluppo; malgrado questo non si può trascurare il valore in termini assoluti di questo dato: un popolo orientale sempre più numerosamente proiettato verso la conquista del mondo.
Personalmente confido che questi anni a venire saranno anni chiave anche per il senso civico dei cinesi, finora più interessati a che la stabilità statale favorisse il proprio business più che alle proprie libertà. In questo internet giocherà sicuramente un ruolo molto importante, per quanto si cerchi di imbavagliarla.
lunedì 17 marzo 2008
Mutui Subprime
Si è parlato molto della crisi dei mutui subprime che ha colpito gli U.S.A., ma probabilmente non tutti sanno davvero di cosa si tratta.
Credo sia interessante fare luce su questo argomento, aiutandoci con wikipedia:
“I subprime, o "B-Paper", "near-prime" o "second chance" sono quei prestiti che vengono concessi ad un soggetto che non può accedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto problemi pregressi nella sua storia di debitore. I prestiti subprime sono rischiosi sia per i creditori sia per i debitori, vista la pericolosa combinazione di alti tassi di interesse, cattiva storia creditizia e situazioni finanziarie poco chiare, associate a coloro che hanno accesso a questo tipo di credito.”
Lo scenario è abbastanza chiaro: coloro che per qualsiasi motivo hanno la fedina creditizia non troppo pulita hanno comunque bisogno di credito, così determinati istituti accettano il rischio di prestare loro soldi ma a condizioni decisamente più onerose per il debitore.La regola generale è che ad un determinato rischio deve essere associato un premio adeguato.
In questo caso il rischio è costituito da un debitore inaffidabile, molto spesso con alle spalle difficili problemi legali o personali.
Ci sono diversi strumenti che sono definibili come subprime per esempio mutui, prestiti, ma anche carte di credito.
I mutui subprime hanno una diffusione più ampia di quanto si creda (negli stati uniti si attesta sul 21%).
“Parte delle potenziali sofferenze sono state ribaltate in crediti cartolari, obbligazioni "garantite" da mutui subprime ad alto rischio di insolvenza che gli istituti di credito hanno venduto ai risparmiatori, o collocato direttamente nel portafogli dei loro fondi di investimento. “
In pratica gli istituti di credito si sono inventati un sistema geniale per evitare sobbarcarsi il rischio di questi rischiosi mutui: li convertono in obbligazioni.
Con le obbligazioni l’investitore compra una quota di debito a fronte di un pagamento periodico di interessi e, alla scadenza, del capitale.
Peccato che in effetti, né il capitale né gli interessi di queste obbligazioni, sono garantite perché si rischia facilmente l’insolvenza dei debitori subprime.Queste obbligazioni poi sono anche inserite, più o meno silenziosamente, in fondi di investimento liberamente scambiati nel mercato.
La situazione è precipitata con l’aumento dei tassi di interesse, da parte delle banche centrali, e la diminuzione del valore delle case: sempre più debitori non sono stati in grado di pagare e le banche non erano nemmeno in grado di rivalersi appieno su ipoteche spesso gonfiate.Le obbligazioni collegate a questi mutui, di conseguenza, erano carta straccia.
“Gli osservatori della crisi hanno evocato precise responsabilità. Molti hanno sottolineato le pratiche predatorie dei prestatori subprime e la mancanza di una effettiva supervisione da parte delle autorità governative. Altri hanno accusato i promotori finanziari di aver indirizzato i debitori verso prestiti che non potevano soddisfare, hanno accusato i periti di aver gonfiato artificialmente le valutazioni degli immobili, e hanno tacciato gli investitori di Wall Street di aver scommesso sui titoli che incorporavano mutui subprime senza aver verificato l'effettiva solvibilità dei prestiti sottostanti.”
Il problema dei mutui va però al di là del caso dei subprime, perché il continuo aumento dei tassi di interesse negli ultimi anni ha condotto diverse famiglie a situazioni economiche drammatiche anche in Italia. Famiglie che avevano confidato in mutui a tasso variabile, fortemente consigliate dalle banche grazie ai tassi eccezionalmente bassi e che ora si trovano a pagare rate raddoppiate rispetto a tre anni fa.
“il debito pro-capite supera i 30 000 euro l'anno e nel 2007, a fronte di 3 500 000 famiglie titolari di un mutuo, i casi di insolvenza superavano quota 500 000, con altrettante procedure avviate di pignoramento.“
venerdì 14 marzo 2008
Tibet in fiamme
La Cina ha invaso il Tibet nel 1949 con delle scuse imbarazzanti; attaccò un popolo pressoché disarmato e nessuna nazione fece molto più che qualche protesta formale, nessuna missione di pace fino ad oggi.
La Cina è una nazione non democratica: anche se negli ultimi anni la popolazione ha qualche libertà in più, il governo non esita a reprimere violentemente qualsiasi protesta.
Malgrado tutto questo è stata ammessa nel WTO (l'Organizzazione Mondiale del Commercio): gli affari sono affari.
Le prossime olimpiadi approderanno proprio nella Repubblica Popolare e ovviamente saranno un palcoscenico ideale per le proteste e non pochi sono i versanti che preoccupano il governo (un altro punto delicato è la questione Taiwan).
Per questo la linea è ancora più dura al fine di reprimere sul nascere ogni possibile focolaio.
Fino al 10 maggio è stato vietato l’accesso all’Everest , sulla cui vetta in primavera verrà portata la fiaccola olimpica, per evitare manifestazioni di gruppi a favore dell’indipendenza del Tibet, si mormora.
Oggi Lhasa, capitale tibetana, è in fiamme. La polizia reprime da giorni le manifestazioni per il 49esimo anniversario della rivolta contro il dominio cinese: lo scenario è da guerra civile ma la priorità è assicurare che l’evento olimpionico si svolga nel silenzio politico.
Le parole del Dalai Lama riassumono bene il nocciolo della situazione: “Mi appello ai dirigenti cinesi perché smettano di usare la forza e affrontino tale risentimento attraverso il dialogo con il popolo tibetano".
Ecco, forse il segreto che la millenaria società cinese deve scoprire è il dialogo.