mercoledì 30 luglio 2008

Italia fuori dal mercato dei satelliti


A sottolineare il declino italiano ecco una notizia di oggi riportata da Repubblica.it: l'Italia esce dal mercato ricco e promettente dei satelliti commerciali, tra gli uomini autori della disfatta troviamo un volto familiare.
Si parla di satelliti "che sono in grado di trasferire miliardi i segnali televisivi e che si stanno attrezzando anche per trasmettere dati Internet", quindi è facile capire l'importanza del settore rispetto a, che so, il satellitare terrestre. "Un mercato che cresce in modo esponenziale, che già presenta un giro d'affari di 8,5 miliardi di dollari e che interessa 75 milioni di consumatori.
[...]al satellite non ha rinunciato nessuno, anche i paesi minori. Motivi strategici o altro. Così la società turca, Turksat, ha due satelliti geostazionari in orbita, la Spagna ha la sua Hispasat con sei satelliti, la Svezia, la Norvegia, l'Olanda e l'Egitto non sono da meno. Senza contare arabi, cinesi e brasiliani. Tutti hanno il proprio satellite."
Scorrendo l'articolo si portano alla memoria giorni in cui l'Italia era uno dei punti di eccellenza dell'Europa, non in tempi troppo remoti: "Un po' come accade per il Moplen di Giulio Natta, gli esordi del nucleare e i prototipi dei computer, anche con il satellite fummo i primi in Europa: era il 1964 e il gruppo creato all'Università di Roma da Luigi Broglio sparò nello spazio il San Marco 1, prima c'erano riusciti solo russi e americani."
Ma questo business per qualcuno forse non appariva strategico, e così si scopre che "quando la Stet fu trasformata in Telecom e passò nelle mani di Tronchetti Provera la storia dei satelliti italiani arrivò al capolinea: nel 2001 il 20,4 per cento di Eutelsat - attualmente di proprietà franco-iberica - fu venduto alla Lehman Brother. Ed oggi nessun capitale italiano sta nel business di "quota 36 mila" ".
Applausi per M.T.P.

giovedì 10 luglio 2008

Agenzia delle Entrate ottimizzata!

Pare che i dirigenti dell'Agenzia delle Entrate siano assai più intelligenti di quelli delle Poste (vedi precedente post).
Se doveste recarvi in un ufficio dell'AdE, l’impresa potrebbe essere assai più semplice del pagamento di un bollettino postale: dal sito (www.agenziaentrate.it) è possibile prenotare un appuntamento in modo facile e veloce, scegliendo il motivo della "visita", l'agenzia territoriale e l'orario che si preferisce.
Al termine della procedura viene inviata una mail di conferma con i dettagli della prenotazione e i vari codici di riferimento.
È questo il modo per evitare estenuanti ingorghi agli uffici: vanno incentivati gli strumenti di dislocazione, l'esempio non è molto distante, imparate dirigenti!

mercoledì 9 luglio 2008

Postepay non ci sei!

Le poste italiane hanno creato ormai da tempo un metodo di pagamento molto comodo, utilizzato con piacere soprattutto dai giovani: PostePay, una carta di pagamento ricaricabile.
Ma proviamo a fare un versamento su una PostePay altrui: se non si ha un conto Banco Posta ci si può recare in un qualsiasi ufficio postale, compilare l’apposito modulo e pagare IN CONTANTI.
In questo caso si paga 1 euro di commissione.
C'è l'alternativa dell'utilizzo del PostaMat, in questo caso la commissione è di 3 euro (!!) e, per qualche misterioso motivo, si possono usare solo carte abilitate al circuito internazionale.
Ora immaginate che genere di menti popolino la classe dirigente delle nostre poste: invece di incentivare i pagamenti on line o attraverso terminali bancomat e PostaMat e svuotare così gli uffici postali, che fanno?
Rendono impossibili le operazioni on line o le gravano di commissioni stratosferiche rispetto a quelle agli sportelli.
Lo stesso discorso avviene per i bollettini postali: se si vuole pagare una bolletta on line con carta di credito e non si è titolari di un conto Banco Posta o di una PostePay, si dovrà spendere in commissioni fino al 2% dell'importo!
Un'ultima notazione: al termine dell'operazione di accredito il PostaMat rilascia uno scontrino in cui c'è specificato il numero di terminale, dell'operazione, della carta di credito utilizzata (parzialmente criptato) e l'importo: peccato che manchi il numero di carta PostePay ricaricato!
Personalmente dico che come servizio lascia fortemente a desiderare!